Martedì 16 Aprile 2024

Cerciello Rega, sentenza annullata: appello bis per Elder e Natale

La Cassazione rigetta le istanze del procuratore che aveva chiesto la conferma delle condanne: "Il brigadiere colpito con 11 coltellate"

Roma, 15 marzo 2023 -  La Cassazione ha deciso l'appello bis per Lee Elder Finnegan e Gabriel Natale Hjort, imputati nel processo per l'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Per Helder la condanna a 24 anni di reclusione in relazione all'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega è stata annullata con rinvio sulle circostanze aggravanti e sulla sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale. Per Gabriele Natale Hjorth l'annullamento con rinvio riguarda l'accusa di concorso in omicidio. Il procuratore generale Francesca Loy aveva chiesto l'inammissibilità del ricorso di Elder e il rigetto di quello di Natale. 

Il vicebrigadiere Cerciello Rega il giorno del suo matrimonio
Il vicebrigadiere Cerciello Rega il giorno del suo matrimonio

 Il vicebrigadiere venne ucciso con undici coltellate il 26 luglio del 2019 a Roma. In aula oggi, a ripercorrere la notte torrida nella quale Rega perse la vita in una centralissima via del Signorile quartiere Prati, vicinissimo  alla Cassazione, c’era Rosa Maria Esilio, la giovane moglie della vittima, con i familiari e molti colleghi dell’Arma a darle conforto e sostegno. C’erano anche le madri di Elder e Hjorth - reclusi a Rebibbia - e i loro familiari. Con loro anche personale diplomatico dell’ambasciata americana che ha seguito tutte le fasi del processo.

"Siamo soddisfatti. Ci sarà un nuovo processo sul cuore della vicenda, se i carabinieri si siano o meno qualificati come appartenenti alle forze dell'ordine. E questo apre lo spazio a una nuova quantificazione della pena - ha detto l'avvocato Roberto Capra, difensore di Finnegan Lee Elder -. Dal primo minuto in cui abbiamo esaminato le carte processuali abbiamo capito che Elder non aveva assolutamente capito di trovarsi davanti a due militari. Quell'intervento è stato anomalo". "Finalmente qualcuno ha sentito le nostre ragioni - le parole a caldo del legale di Natale Fabio Alonzi -.Adesso si apre una nuova pagina nel processo". 

"Mario Cerciello Rega ucciso con 11 coltellate in 20 secondi"

Il carabiniere Cerciello "era disarmato e dopo essersi identificato è stato ucciso con 11 coltellate in 20 secondi", ha ricostruito il sostituto procuratore generale della Cassazione. "I ricorsi delle difese devono essere ritenuti inammissibili - ha sottolineato -. Le sentenze hanno ricostruito la vicenda nei minimi dettagli. Cerciello non aveva motivi per aggredire Elder, che ha tirato subito fuori il coltello sapendo che Cerciello era un carabiniere perché si era qualificato".

"E’ escluso che gli imputati potessero pensare che i due carabinieri in borghese fossero dei criminali", ha detto il sostituto procuratore generale. Quanto alla posizione di Natale Hjorth, ha aggiunto: "E lui che dà il contributo principale per la tentata estorsione, sa che Elder ha un coltello con sé ed è lui che dopo l’omicidio nasconde l’arma nel controsoffitto della loro stanza in albergo".

Le parole della difesa

Ad avviso dell’avvocato Renato Borzone che difende Elder occorreva un appello bis perché la sentenza di secondo grado emessa il 17 marzo 2022 contiene "dei passaggi sconcertanti". Per il legale, "ci sono ancora troppe lacune nella ricostruzione di quella sera e per questo siamo qui e ci aspettiamo che la sentenza sia cassata per un nuovo giudizio". Secondo le difese era da considerare "la legittima difesa" in quanto non ci sono certezze su come e quando Cerciello Rega e il collega che era con lui, Andrea Varriale, "si sarebbero identificati". "Elder e Hjorth aspettavano due spacciatori e forse si aspettavano che venissero anche con altre persone", ha detto Borzone sottolineando però che comunque sia "è stato deplorevole" il comportamento dei due imputati che avevano sottratto lo zaino a un pusher dopo una consegna di droga ‘fasulla'". Nel caso di Helder, ha insistito Borzone, "non sono state adeguatamente considerate le sue quattro patologie psichiatriche", una delle quali era una grave forma di tossicodipendenza superata solo con l’ingresso in carcere. Helder - ha ricordato il legale- "ha provato tre volte a suicidarsi da quando aveva 12 anni". Secondo il legale serve "valutare la seminfermità di mente del ragazzo, totale o parziale al momento del delitto". Invece per la Pg Loy, "con motivazione concorde e congrua le sentenze di merito hanno ricostruito tutta la vicenda e i ricorsi delle difese dei due imputati non spostano di un millimetro" quanto è stato accertato in giudizio. Per la Pg "in modo congruo e logico è stata esclusa la legittima difesa dal momento che i carabinieri si erano qualificati".