C’era una volta a Venezia Ma ora l’hotel delle star è passato agli inglesi

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di Giovanni Bogani

L’hotel Excelsior del Lido di Venezia non è un hotel. È un’icona, un pezzo della storia del cinema, anzi: della storia del Ventesimo secolo. Ed è nato dal sogno di realizzare l’hotel più lussuoso del mondo, sogno ora diventato inglese.

Era il 21 luglio 1908 quando venne inaugurato. Inizio di secolo, grandi speranze, un’Europa che ancora non conosceva gli orrori della guerra. L’architetto Giovanni Sardi aveva concepito un delirio orientale, moresco: mescolò suggestioni medievali e immagini da Mille e una notte. Un’Alhambra sul mare Adriatico. Negli anni, in quelle camere, in quelle suites sono passati in tanti. Winston Churchill col suo sigaro, John Steinbeck. Hedi Lamarr, la prima donna a mostrare un nudo integrale in un film, vi passò la prima notte di nozze. E tutti i divi del cinema: Dietrich, Flynn, Garbo, Bergman. Le nostre attrici più iconiche, dalla Loren alla Lollobrigida. Fino a Clooney e Gaga. Nella sontuosa Sala degli stucchi, Sergio Leone ha girato una delle scene più emozionanti di “C’era una volta in America“, la cena fra Robert de Niro ed Elizabeth McGovern. Perché l’Excelsior, più di ogni altro hotel al mondo, "è" il cinema. Da quando, esattamente 90 anni fa, inaugurò sulla propria terrazza la prima, storica edizione della Mostra. Era il 21 agosto 1932. Non c’era ancora una giuria, non c’erano ancora i premi. Ma il mito era nato.

Adesso, però, l’hotel e la sua spiaggia sono stati acquistati da una compagnia londinese, la London and Regional hotels per 104 milioni di euro, più la copertura dei debiti esistenti, che sembrano ammontare a una cifra simile. È una buona notizia? Sì, perché la compagnia che lo compra sembra in ottima salute. La London and Regional, oltre alle circa 200 camere dell’Excelsior, ne possiede la bazzecola di altre 23mila in tutto il mondo. Resta da capire se la L+R voglia impegnarsi anche nel restauro del Des Bains, l’altro maestoso hotel del Lido, nel quale fu girato da Luchino Visconti “Morte a Venezia“, chiuso da anni e che, da tempo, appare come un grigio fantasma di pietra.