Un simbolo che si rinnova (quello di Forza Italia), altri due che rimangono uguali: il nome in grande di Giorgia Meloni sopra la fiamma tricolore per Fratelli d’Italia; e Alberto da Giussano con la scritta "Salvini premier" per la Lega. Il cambiamento degli azzurri non è casuale. In primo luogo perché l’aggiunta delle tre parole ("Partito popolare europeo") ribadisce la vocazione atlantica, europeista e occidentale di Forza Italia. In secondo luogo perché, sia pure implicitamente, marca la differenza con gli alleati: voi state insieme in Italia, ma divisi in Europa. Sul carattere occidentale del nuovo logo Antonio Tajani, coordinatore azzurro, è netto: "Forza Italia garantirà sempre l’appartenza all’Europa, ai valori dell’Occidente, alla Nato e che guarda agli Usa come al principale alleato in politica estera". Segnali incrociati che comunque non minano l’ottimismo in casa del centrodestra. Un sondaggio Swg mette Giorgia Meloni (leader di Fd’I) sul podio del gradimento dei leader al 32%, staccando Salvini (appaiato a Letta al 23) e Berlusconi (FI, al 19). E, a proposito del Cav, ancora aperta la questione della sua candidatura: "Vedremo – scandisce –, nel mio partito mi hanno assalito, mi hanno detto che è importante che mi candidi".
Per il resto, Salvini sparge sicurezze: "Le candidature sono sostanzialmente definite, mancano i nomi e ci arriviamo a cavallo di Ferragosto", dice il leader leghista. In effetti il 14 agosto è la deadline per presentare i simboli elettorali, entro il 21 le liste delle candidature. La questione più rognosa riguarda la quota assegnata ai centristi (11 collegi?) sull’uninominale. Centristi che potrebbero correre con lista unica Udc-Coraggio Italia-Noi con l’Italia-Italia al centro. Sui programmi manca solo il definitivo via libera dei big sul documento in 15 punti di fine luglio. Nero su bianco, flat tax e taglio del cuneo fiscale.
ghid