Centrodestra e regioni smontano il coprifuoco

Maggioranza spaccata, mozione di Lega e Forza Italia per abolirlo. Veneto, Friuli e provincia di Trento: "Facciamo da soli, rientro alle 23"

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di Ettore Maria Colombo

Le regole e gli orari del coprifuoco per bar e ristoranti continuano a dividere la politica. La Lega lancia raccolte firme e petizioni, Fratelli d’Italia ordini del giorno e Forza Italia chiede di riconsiderare la norma. Pd e LeU dicono no e Conte attacca duro, come ha già fatto Letta, Salvini. Ma anche le Regioni non scherzano. In teoria, in zona gialla, ha spiegato il Viminale, contraddicendo anche la ministra alle Autonomie, Mariastella Gelmini, il termine delle 22 è (e resta) tassativo.

Qualcuno, però, vuole fare di testa sua. È il caso della Provincia autonoma di Trento, il cui presidente, Massimo Fugatti, chiede di spostare il coprifuoco alle 23 "altrimenti i turisti qui non verranno più". Fugatti si spinge a dire che, se la sua richiesta non venisse accolta, "sono pronto a fare un’ordinanza e perdere l’impugnativa che lo Stato centrale sicuramente farà". Disobbedienza (in)civile? Certo è che le Regioni spingono per allungare gli orari e tornano a chiederlo al governo. Il governatore ligure, Toti, parla di richieste "di buonsenso" e quello del Veneto, Zaia, ricorda che "siamo tutti uniti". Intanto, in Parlamento, molti partiti vogliono cambiare la norma. Giorgia Meloni – che ieri sera con Fdi ha dato vita a una fiaccolata-falshmob a Palazzo Chigi – chiede, con un ordine del giorno, presentato ieri alla Camera, l’abolizione del coprifuoco tout court: "Se mi aspetto che Salvini voterà l’odg di Fdi? Sarebbe utile. Penso che, a maggior ragione da parte di chi al governo si batte contro il coprifuoco, avrebbe un senso votarlo". Stavolta è lei che rincorre Salvini.

Infatti, la Lega, già domenica scorsa, ha lanciato una petizione che viaggia sulle 70mila sottoscrizioni per abolire il coprifuoco. La Meloni rilancia e chiede alla Lega di votare il proprio ordine del giorno contro una misura "liberticida". Ma è chiaro che un voto favorevole della Lega farebbe saltare la maggioranza, e il governo, stile santabarbara. La Lega è convinta di riuscire a far cambiare opinione a Draghi, come dice Salvini, sicuro che "il coprifuoco non ha più senso: non si possono chiudere in casa 60 milioni di italiani dopo le 22. Il nostro obiettivo è abolirlo". Forza Italia, con il capogruppo Roberto Occhiuto, cerca la quadratura del cerchio e invita il governo a chiedere una riformulazione, studiata assieme alla Lega, dell’ordine del giorno "prendendo un impegno politico per rivedere il coprifuoco a metà maggio".

A questo punto, però, è il blocco Pd-M5s-LeU che esplode. Enrico Letta torna ad attaccare Salvini e gli chiede, a brutto muso, "come voterà sull’odg di FdI" dopo aver detto solo il giorno prima, "se non vuole stare nel governo non ci stia". Si fa vivo il (teorico) nuovo leader del M5s, l’ex premier Giuseppe Conte, che attacca Salvini: "Cosa faranno adesso i ministri leghisti? Si accoderanno ad apporre le proprie firme alla iniziativa propagandistica lanciata da Salvini o si dissoceranno? Bisogna scegliere da che parte stare: se da quella di chi soffia sul fuoco o di chi si rimbocca le maniche per spegnere l’incendio". E il leader della Lega risponde: ma Letta e Conte che minacciano e insultano, si fidano degli italiani oppure no?