Martedì 23 Aprile 2024

"Centri per l’impiego allo sfascio" La Corte dei conti: mancano anche i pc

L’agenzia che doveva rilanciare l’occupazione è lontana dagli obiettivi

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Poco personale, dotazioni informatiche inadeguate e scarso coordinamento tra i centri per l’impiego: l’Anpal (in foto, il commissario straordinario Raffaele Michele Tangorra), la rete dei servizi per il lavoro che dovrebbe essere la base per il rilancio dell’occupazione anche grazie ai progetti contenuti nel Pnrr, è di fatto non attrezzata per il proprio compito e va rimessa velocemente in pista. Secondo l’indagine della Corte dei Conti sul Funzionamento dei centri per l’impiego nell’ottica dello sviluppo del mercato del lavoro "esistono eterogenei assetti organizzativi, con approcci, metodologie e sistemi informativi diversificati e sovente non dialoganti". In pratica siamo di fronte a sistemi che si muovono in autonomia mentre sarebbe "essenziale una definizione chiara di misure, interventi e regole coordinata dal livello centrale al fine di assicurare sia una maggiore rispondenza dell’operatività dei Centri per l’impiego alle esigenze regionali, che fornire servizi omogenei su tutto il territorio nazional".

Secondo i dati riferiti al 2019 nei centri per l’impiego lavorano 10.895 operatori compresi i Navigator (ma non tutte le regioni hanno inviato i dati complessivi) con appena 9.365 Pc (un’incidenza pari all’86%). In Sicilia la percentuale di coloro che hanno un computer è del 46%, meno di uno su due, ovvero 1.015 pc su 2.208 operatori complessivi. La Corte dei Conti bacchetta l’Anpal anche per l’azione "inadeguata" di monitoraggio. Per quanto riguarda l’attuazione del Reddito di cittadinanza i dati sono fermi a ottobre 2020. Il numero complessivo dei beneficiari soggetti alla sottoscrizione del Patto per il lavoro era pari a 1.369.779.