Sabato 20 Aprile 2024

Centocinquanta da evacuare Il piano: con un volo o via terra

Centocinquanta da evacuare  Il piano: con un volo o via terra

Centocinquanta da evacuare Il piano: con un volo o via terra

Il dispositivo per l’evacuazione dei 140-150 connazionali che si trovano in Sudan è pronto. La Difesa ha predisposto – tramite il Comando operativo di vertice interforze, che gestisce l’operazione – l’invio di due velivoli da trasporto C130J della 46° aerobrigata di Pisa che hanno portato in zona anche una aliquota di Forze speciali che potrebbe essere molto utile in caso di evacuazione via terra. Gli aerei sono in attesa nella base italiana di Gibuti, che normalmente serve come piattaforma logistica per la missione antipirateria della Marina Militare e quella europea Eutm in Somalia. Se del caso, ai due C130 già in zona potrebbero essere aggiunti altri due aerei, che secondo una fonte, che altre non confermano, sarebbero già partiti. Da notare che un C130J, in caso di emergenza, può imbarcare anche un centinaio di passeggeri e quindi i due velivoli già in teatro sarebbero in grado di evacuare tutti i connazionali. Due sono al momento le opzioni per fare uscire i connazionali dal Sudan: o un convoglio via terra da Khartoum a Gibuti o un volo Gibuti-Khartoum-Gibuti (opzione resa problematica dal fatto che il governo non controlla lo scalo internazionale). La decisione sarà presa a livello tattico, d’intesa con gli alleati Nato, una volta che arriverà il via libera del ministro Crosetto e della premier Meloni, che in serata ha tenuto una riunione con il ministro Antonio Tajani, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone, il generale Francesco Paolo Figliuolo, responsabile del Comando operativo interforze.

A.Farr.