Venerdì 19 Aprile 2024

Censimento, Istat: popolazione giù tra record minimo delle nascite e calo degli stranieri

Sulla dinamica demografica pesano ancora gli effetti diretti e indiretti del Covid-19. Preoccupa ancora l'invecchiamento, rallentato solo dalla popolazione straniera

Roma, 15 dicembre 2022 - Ancora in calo la popolazione in Italia: si evince dai dati del censimento permanente dell'Istat, pubblicati oggi. Al 31 dicembre 2021, i residenti erano 59.030.133, -0,3% rispetto al 2020. Il fenomeno si manifesta in maniera eterogenea sul territorio nazionale: il decremento interessa maggiormente il Centro Italia (-0,5%) e l'Italia settentrionale (-0,4%), mentre è più contenuto al Sud (-0,2%) e risulta minimo nelle Isole (appena 3 mila unità in meno). La contrazione non è dovuta solo al saldo naturale negativo, che soffre ancora dagli effetti del Coronavirus: nel 2021, ha contribuito in gran parte anche la diminuzione della popolazione straniera

Censimento 2021 (Ansa archivio)
Censimento 2021 (Ansa archivio)

Nuovo record minimo delle nascite

Alle conseguenze dirette e indirette dell’epidemia da Covid-19 nel 2020 (drammatico eccesso di mortalità, forte contrazione dei movimenti migratori), nel corso del 2021 si aggiungono gli effetti recessivi dovuti al calo delle nascite che raggiungono un nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia: sono solo poco più di 400 mila a fronte di 701 mila morti. Il saldo naturale nel 2021 è in negativo in tutte le regioni, con l'eccezione della Provincia autonoma di Bolzano (+193 unità), che si caratterizza per una natalità più alta della media. Il tasso di crescita naturale, pari a -5,1 per mille a livello nazionale, varia dal +0,4 per mille di Bolzano al -9,3 per mille della Liguria. Le regioni che più delle altre vedono peggiorare il tasso naturale sono il Molise (da -7,9 per mille a -9,0) e la Calabria (da -3,8 per mille a -5,1). La Lombardia (da -6,6 per mille a -3,9) e la Provincia autonoma di Trento (da -4,6 per mille a-2,2) registrano invece i recuperi più elevati rispetto al 2020.

L'invecchiamento della popolazione

L'Italia è un paese sempre più vecchio. Nell'ultimo decennio l'età media si è innalzata di tre anni, da 43 a 46 anni. La Campania continua a essere la regione più giovane, con l'età media di 43,6 anni, mentre la Liguria si conferma quella più anziana con una media di 49,4 anni. L'invecchiamento è ancora più evidente nel confronto con i censimenti passati: nel 2021 per ogni bambino si contano 5,4 anziani contro i 3,8 del 2011. L'indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e quella con meno di 15 anni) è notevolmente aumentato e continua a crescere, da 33,5% del 1951 a 187,6% del 2021. A rallentare il processo è solo la più giovane struttura per età della popolazione straniera: l'età media degli stranieri è più bassa di oltre 10 anni. 

In diminuzione la popolazione straniera

Il calo della popolazione residente è in gran parte riconducibile alla diminuzione della popolazione straniera. Gli stranieri censiti sono 5.030.716 (-141.178 rispetto al 2020, ovvero -2,7%), con un'incidenza sulla popolazione totale di 8,5 stranieri ogni 100 censiti. Il calo interessa tutte le collettività, ma è più accentuato per quella cinese che perde il 9,2% del suo contingente. Le uniche eccezioni sono quelle di Romania, Egitto e Bangladesh che invece sono cresciute.