Il Natale e il Covid. Cenone in 4? O fino a 8? I virologi danno i numeri

Va in onda un (brutto) film già visto: torna l’incubo del Natale 2020. A tavola coi parenti o anche con gli amici? E gli affetti stabili? E le mascherine?

A tavola con la mascherina

A tavola con la mascherina

E forse anche quest’anno il cugino Mario resta fuori. Hanno ricominciato a dare i numeri: sei, otto a tavola. Oltre non si va. Saremo forse un po’ più liberi rispetto al Natale 2020 (ci vuole poco) ma la matematica dell’esclusione è già entrata in azione. Per proteggerci durante quella che fra tutte le ricorrenze sembra essere il terreno di caccia preferito dal Covid. Per guastarci le feste. Esattamente un anno fa, quando eravamo tutti più innocenti e non vaccinati, il nuovo galateo di pranzi e cene ci gettò nello sconforto. Solo congiunti stretti, affetti stabili. In pratica non si andava oltre lo zio.

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La serietà del momento era tale che nessuno si è azzardato a dire: giù le mani dal Natale, in casa mia faccio quello che voglio. E adesso? Adesso andiamo al cinema, a teatro, allo stadio, in palestra, in piazza senza mascherina. Organizziamo feste di compleanno che nemmeno al Carnevale di Rio. Ma Natale no, quello resta il sorvegliato speciale, l’appuntamento su cui la ragione degli esperti slitta. Quale trauma collettivo compatta la categoria dei seri professionisti della pandemia quando raccomandano di tenere le distanze proprio in quella notte?

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"Limitarsi a 6-8 persone", raccomanda l’infettivologo Francesco Menichetti di fronte a convegni pieni di incognite. C’è il problema del calo di immunità tra i vaccinati senior, il virus che corre fra i bambini, 7 milioni di teste dure decise a rimanere senza dose. E quindi? Restate voi stessi, è il consiglio, ma responsabili e prudenti, lontani dalle aggregazioni gigantesche.

E a chi insiste sul perché allora ci siamo vaccinati il medico risponde "per svuotare gli ospedali e i cimiteri", una cosa proprio natalizia. Così finisce che questi dottori pazienti fanno la figura del Grinch, il peloso misantropo odiatore del Natale. "Finiamola di dire nessuno tocchi il Natale – si impunta l’immunologo Mauro Minelli –. È un momento strano ma dobbiamo uscire dalla facile propaganda perché la gravità della malattia è sempre quella". Il virologo Fabrizio Pregliasco propone un contingentamento delle presenze in negozi e mercatini.

Ed eccolo lì il richiamo alla routine che ci ha ossessionati: "Mascherina, starnuti nel gomito, gel igienizzanti". Niente bagordi in famiglia anche per l’infettivologo Massimo Galli, mentre il collega Matteo Bassetti auspica il lockdown solo per i non vaccinati, l’equivalente del sacco di carbone.

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Hanno detto

Menichetti

L’ex primario di Malattie infettive dell’ospedale di Pisa per il pranzo di Natale raccomanda: "Bisogna limitarsi a sei-otto persone a tavola, stare attenti ai rapporti fra bambini e anziani e soprattutto occorre indossare le mascherine".

Galli

Predica prudenza, anche Massimo Galli, docente emerito di Malattie infettive alla Statale di Milano: "Quest’anno bisognerà gestire con particolare buon senso i contatti dei bambini, che non sono vaccinati, con i nonni e le persone fragili".

Bassetti

"Non ci sono limitazioni su quanti stare a tavola, 4 o 8, al cenone: eventuali restrizioni, come il lockdown, dovranno valere solo per i non vaccinati": così Massimo Bassetti, primario di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. 

Ciccozzi

"Mascherina sempre all’interno e all’esterno, via i tamponi dal Green pass e controlli alle frontiere per chi arriva dell’Est Europa". È la ‘ricetta’ del docente di Epidemiologia all’università Campus Biomedico di Roma, per salvare il Natale. 

Minelli

"Finiamola di dire ‘nessuno tocchi il Natale’, basta. La realtà ci dice che c’è un evidente calo della protezione rispetto alla trasmissione del Covid, che invece rimane intatta rispetto alla gravità della malattia e al decesso". Lo evidenzia l’immunologo Mauro Minelli.

Pregliasco

Rispettare il nuovo "galateo dei rapporti tra le persone" imposto dalla pandemia e contingentare le presenze nei negozi e nei mercatini a Natale. A suggerire il ‘numero chiuso’ per gli acquisti è il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano. 

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