Cavallette, allarme in Sardegna: nuova invasione. A rischio 50mila ettari. Cosa succede

Patuanelli: "Non sono possibili ristori immediati". I sindaci delle aree più colpite si sono rivolti anche alla Fao

Cagliari, 16 giugno 2022 - Un'invasione record che rischia di mettere in ginocchio l'economia delle campagne in Sardegna: è la quarta primavera consecutiva che il caldo torrido scatena la furia di milioni di cavallette. Gli ettari aggrediti dalle locuste tre anni fa erano stati 'solo' duemila. Ma è un fenomeno che si allarga: ora la macchina da guerra che salta e distrugge i campi è arrivata a quota 30mila ettari. Secondo le stime della Coldiretti Nuoro-Ogliastra si arriverà presto a 50mila. E anche in questo caso c'entra il cambiamento climatico. 

Cavallette (Ansa)
Cavallette (Ansa)

L'impatto del cambiamento climatico 

"Le condizioni climatiche agevolano lo sviluppo anomalo di questo insetto in un 2022 con precipitazioni praticamente dimezzate e - sottolinea la Coldiretti - alla vigilia di un'estate che arriva dopo un mese di maggio che si è classificato il secondo più caldo di sempre, con una temperatura di 1,83° superiore alla media climatica dal 1800 ad oggi. Una conferma della tendenza all'innalzamento della colonnina di mercurio ormai strutturale in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell'ultimo periodo e comprende nell'ordine il 2018, il 2020, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003".

Le aree più colpite 

Il centro dell'Isola è l'area più colpita: dalla piana di Ottana in provincia di Nuoro, l'invasione è arrivata al Marghine, lungo il Tirso verso il Goceano in provincia di Sassari ad Ozieri e poi verso Sedilo in provincia di Oristano. Le cavallette finiscono anche sulla Statale 131 che attraversa la Sardegna: le auto devono fare i conti con centinaia di esemplari che si spiaccicano sul parabrezza. E girano in rete e sui social immagini molto eloquenti: orti e terreni rasi al suolo dalle invasioni nel giro di poche ore. La sindaca del comune di Noragugume (Nuoro), Rita Zaru, anche a nome dell'Unione dei comuni del Marghine, si è rivolta alla Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura per chiedere aiuto e interventi per contenere il fenomeno e prevenirlo e sostenere gli agricoltori e gli allevatori danneggiati. I sindaci interessati confidano nell'esperto Keith Cressman, senior locust forecasting officer.

Patuanelli: "Non sono possibili ristori immediati"

I primi interventi della Regione hanno consentito di salvare i campi per qualche giorno, ma la situazione è riesplosa. Il caso è approdato anche in Parlamento, sollevato dalla deputata di Coraggio Italia Lucia Scanu nel corso di un question time alla Camera con il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli. Scanu ha chiesto un intervento urgente da Roma per fermare invasione e danni: "se lei oggi mi dice che non è stato ancora annunciato lo stato di calamità naturale, mi sta comunicando che evidentemente lo Stato è disposto a sacrificare altre zone della Sardegna". Patuanelli ha assicurato la deputata che "valuteremo lo stato di emergenza e l'eventuale nomina di un commissario". Ha sottolineato, inoltre, che la competenza è condivisa dal suo ministero con quelli della Transizione ecologica e della Salute. "Assicuro la massima disponibilità dell'amministrazione a condividere le soluzioni più idonee per favorire la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole danneggiate". Tuttavia, spiega Patuanelli, "non c'è possibilità di ristori immediati con risorse statali. L'infestazione di cavallette non rientra negli ambiti per i quali è possibile attivare gli interventi compensativi del Fondo di solidarietà nazionale, autorizzati in esenzione di notifica ai sensi della normativa europea sugli aiuti di Stato al settore agricolo", conclude.

L'iniziativa degli agricoltori 

Aspettando Roma o Cagliari, gli agricoltori hanno deciso di muoversi da soli con un piano di intervento che coinvolge le amministrazioni comunali e le aziende agricole. Un crono programma lanciato da Coldiretti condiviso con i propri soci da presentare in Regione per debellare o limitare il fenomeno in un anno. Innanzitutto si chiede di creare un'unica macro area con la mappatura complessiva delle aree coinvolte entro la data massima dell'1 settembre. Poi un'aratura tra il 15 settembre e il 30 marzo nelle aree pianeggianti. "Se il terreno non si presta - spiega l'organizzazione di categoria - si intervenga con trattamenti mirati e ripetuti da eseguirsi ai primi di aprile in occasione della schiusa delle uova". Spinge per attivare subito un tavolo in Regione Confagricoltura Sardegna, secondo la quale è necessario pianificare le attività da far partire già da fine agosto per salvare i raccolti della prossima stagione. L'appello arriva dal presidente Paolo Mele. "A detta degli esperti che da mesi seguono la lotta alle cavallette, dobbiamo già intervenire con lievi arature dei campi - avverte - con profondità da 5 o 6 centimetri, così da portare in superficie le larve e farle morire al contatto con l'aria". I ristori dei danni, "quando e se arrivano, non coprono mai le vere perdite affrontate dalle nostre aziende", spiega Mele. "Per questo la prevenzione è l'unica vera ricetta vincente per mettere al sicuro il lavoro di migliaia di lavoratori. In ultimo, è necessario che si prosegua con il monitoraggio sugli spostamenti degli sciami. Sono infatti diverse le segnalazioni che ci giungono su cavallette registrate in territori nuovi, dove fino a quest'anno non si erano mai spinte", conclude il presidente di Confagricoltura Sardegna.