Venerdì 19 Aprile 2024

Cathy, notti folli tra alcol e droga. Addio alla donna che uccise Belushi

Tra il 4 e il 5 marzo del 1982 iniettò la dose fatale all’attore dei Blues Brothers: era ubriaca e non lo salvò. Prima la fuga, poi il ritorno negli Usa e la confessione: scontò 15 mesi in carcere per omicidio colposo

Migration

La notte fra il 4 e il 5 marzo 1982 iniettò, ubriaca, la dose letale di eroina e cocaina che uccise John Belushi. Cathy Evelyn Smith, cantante canadese, è morta il 18 agosto a 73 anni di tumore, ma la famiglia ne ha dato notizia solo ora. Da trentotto viveva nell’incubo di quelle ore allo Chateau Marmont, l’hotel dei vip di Sunset Boulevard, Los Angeles. Aveva scontato quindici mesi di carcere per omicidio di secondo grado: prima scappò all’estero, poi il ritorno nel 1986 e la confessione che le valse il patteggiamento: "Ho ucciso John Belushi". L’attore aveva solo 33 anni, ma era già un’icona grazie soprattutto, ma non solo, a Blues Brothers, il film che lo consacrò proprio 40 anni fa idolo di una generazione; però era anche un cocainomane inguaribile, tanto che in quell’inverno 1982 aveva litigato con la donna di una vita, Judy Jacklin, che aveva sposato a 24 anni ma con la quale stava assieme da quando ne aveva 16 e lei 14. Judy non sopportava le troppo frequenti crisi di John, che giustificava le sue iniezioni di coca come necessarie per il suo lavoro.

Quando Belushi cadeva pesantemente in crisi c’era Cathy, l’amante che tanto misteriosa non era. Con lei alcol e droghe, fino allo speedball di quella notte nel bungalow 3 del Marmont. La sera prima c’era stata una festa con tanta cocaina in compagnia di personaggi celebri come Robert De Niro e Robin Williams. Belushi si era fatto dare 1500 dollari dal suo manager Bennie Brillstein per comprare una nuova chitarra. Invece acquistò un pedale per la batteria e coca ed eroina per sballare. Ma quella iniezione fu troppo forte e il cuore del divo, già provato, non resistette.

"Quando John mi chiese di fagli l’iniezione – raccontò Cathy al National Esquire – sbagliai accidentalmente le proporzioni di eroina e cocaina. Belushi collassò, io ero troppo ubriaca per poterlo salvare".La mattina del 5 fu Robert De Niro il primo a dare l’allarme: aveva appuntamento con Belushi nella hall dell’albergo. Un amico, Bill Wallace, si recò al bungalow e trovò John senza vita e Cathy inerme. De Niro alla notizia pianse a dirotto. La Smith era famosa soprattutto come corista di molti artisti e band, da Levon Helm e Gordon Lighfoot a Hoyt Axton, star del blues con cui scrisse Flash of fire. La confessione su Belushi fu già del 1982, quando fuggì dagli Usa. Nel 1984 nel libro autobiografico Chasing the dragon (inseguendo il drago) raccontò la dipendenza dall’eroina e cercò una giustificazione alla folle notte dell’iniezione a Belushi. Sontata la pena, Cathy Smith è tornata a vivere in Canada, mettendosi a disposizione delle istituzioni per una serie di iniziative che dimostrassero ai giovani il pericolo della tossicodipendenza. Nel film "Wired", tratto dal libro di Bob Woodward "Chi tocca muore. La breve delirante vita di John Belushi", le dà il volto Patti d’Arbanville, la Lady di Cat Stevens.