
Roma, 9 settembre 2023 – "Probabilmente mi farò una passeggiata a Pontida il 17 settembre". Non si smentisce il vulcanico sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, al centro delle attenzioni dei movimenti centristi e locali in vista delle Europee.
Sindaco De Luca, vuole andare a provocare i leghisti?
"Dopo il voto parlamentare dell’emendamento che rende l’autonomia non più irreversibile, sono curioso di vedere quale sia l’umore leghista al cospetto di questo progetto partito male e che sta finendo peggio. Vorrei ora vedere come si concilia il linguaggio leghista delle origini rispetto alle posizioni salottiere di oggi. Da vero autonomista, “Roma ladrona“ sono rimasto solo io a dirlo".
Ma lei non era contro il progetto di Calderoli?
"Io infatti ho detto che è una stupidaggine: venti sistemi con proprie regole ammazzano anche le imprese. Io sono per uno Stato federalista e le macroregioni, che guarda caso era il tema natio della Lega. Nella mia presenza a Monza per la candidatura alle suppletive del Senato ho avuto occasione per interloquire con questi dissensi interni al Carroccio. È questo che sto sollecitando".
Una candidatura propedeutica alle Europee?
"Non ci sono dubbi che sarà un momento per testare se questo progetto partito dalla Sicilia sia apprezzato: in Brianza porto un modello di buona amministrazione".
E in Europa? Per ora al centro ci sono più progetti di lista che candidati.
"Al di là delle notazioni geometriche, queste evocazioni del centro mi danno la sensazione di sedute spiritiche. Non è possibile che ogni campagna elettorale ci si inventi un partito e che chi è arrivato in Parlamento con un brand preciso poi se ne inventi un altro. Io non mi vergogno della mia identità: Sud chiama Nord si è strutturato come presenza costante nel tempo come primo partito della Sicilia, con otto deputati regionali e due parlamentari nazionali".
Con Mastella che cosa avete concordato?
"Mi ha parlato di rievocare la Margherita con tutti questi petali e sensibilità politiche. Ho risposto che sono interessato a una Margherita dei territori, come la sua Benevento, che messi in rete possano portare avanti un progetto innovativo. Per parlare il linguaggio dei sindaci e degli amministratori".
Ad esempio chi?
"Sto dialogando con consiglieri regionali e sindaci del meridione. Comprese le liste civiche che ruotano attorno a Michele Emiliano. E adesso punto al Nord, dove c’è molto fermento nella Lega. Per sdoganare un progetto che metta insieme tutte queste realtà radicate sui territori".
Mastella ha aperto al progetto di centro renziano nell’ottica di superare la soglia del 4%. Anche lei è disponibile?
"Noi avevamo già Pirandello che prefigurava la necessità delle maschere. Il problema è che la politica in questo momento è solo comunicazione, che figuriamoci se non fa venire l’orticaria a uno che esce dalla scuola sturziana della Dc come me. Per me già la denominazione centro è difficile per gli addetti ai lavori, figuriamoci per gli elettori. Quindi con Renzi non ci siamo trovati affatto sulle regole della comunicazione oltre che sui contenuti: ho detto che non sono disponibile a nascondermi dietro operazioni centriste e geometrie variabili per rifare verginità altrui. È ovvio poi che qualche tipo di impasto va trovato".