Giovedì 25 Aprile 2024

Castità e fede Il matrimonio per la Chiesa

Lucetta

Scaraffia

Senza dubbio è un grande sforzo quello che si propone la chiesa con il documento per il catecumenato di preparazione al matrimonio: lo stesso ricorrere della parola “catecumenato”, che rimanda alla preparazione un tempo prevista prima dell’ingresso nella comunità cristiana, fa capire che si tratta di un tentativo di riportare a una fede vera e sentita i candidati al matrimonio religioso. In un certo senso decreta la fine dell’abitudine di molti a sposarsi in chiesa solo perché il rito è più bello, la cerimonia più commovente, la festa assicurata, ma senza una vera partecipazione.

Anche se i matrimoni in chiesa sono in netto calo, l’istituzione ecclesiastica si muove dunque per rendere più difficile, ma certamente più intenso, il percorso che porta alle nozze. Si parla infatti di un viaggio interiore lungo e sentito, che prevede un ritorno alla frequenza della messa e dei sacramenti, con varie tappe di natura religiosa, e un percorso che continua per qualche anno anche dopo il matrimonio e coinvolge tutta la comunità. In sostanza, dice papa Francesco, si tratta di "un serio ripensamento del modo in cui nella Chiesa si accompagna la crescita umana e spirituale delle persone".

È un progetto certo coraggioso, in netto contrasto con i tempi e con la scristianizzazione in atto, perché vuole trasformare il matrimonio religioso in un momento fondamentale della conversione vera alla fede cristiana. Rimangono fuori però le questioni che hanno allontanato tanti giovani dalla pratica religiosa: si parla di sessualità in modo molto tradizionale, legata soltanto alla procreazione e all’interno del matrimonio. Le coppie, ormai numerosissime – forse la maggioranza – che arrivano al sacramento dopo anni di convivenza e forse alcuni figli, sono solo citate, e per loro si prevedono percorsi decisi volta per volta. Chi allora aderirà all’impegnativo percorso di questo catecumenato matrimoniale?