Caso Suarez, chiesto il processo. Nei guai anche l’avvocato della Juve

I pm vogliono il rinvio a giudizio per l’ex rettrice e altri tre. Le accuse: falso e rivelazione di segreti d’ufficio

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PERUGIA

Scandalo Suarez, la Procura di Perugia chiede il processo per l’esame "farsa" sostenuto dal bomber uruguaiano. A decidere se ci siano i presupposti per incardinare un eventuale processo, sarà il 28 settembre il gup Margherita Amodeo davanti alla quale, per rispondere delle accuse di falso e rivelazione di segreti d’ufficio, compariranno l’ex rettrice dell’Università per Stranieri Giuliana Greco Bolli, il direttore generale dell’Ateneo Simone Olivieri, la professoressa Stefania Spina che preparò il calciatore al test e che nelle intercettazioni evidenziava la sua pessima conoscenza dell’italiano ("non spiccica ’na parola", "non coniuga i verbi", "parla all’inifnito") oltre al "legale incaricato" dalla Juventus Maria Cesarina Turco, che secondo i pm fu "concorrente morale e istigatrice" in relazione al reato di falsità ideologica. Resta sospeso invece, in base all’articolo 371 bis del codice penale, il procedimento a carico dell’ex dirigente dell’area sportiva della Juventus, Fabio Paratici (passato intanto al club inglese del Tottenham) e dell’avvocato della società bianconera Luigi Chiappero, indagati per avere reso false informazioni al pm. A loro carico la procura del capoluogo umbro non ha quindi formalizzato al momento alcuna richiesta.

La vicenda, ormai nota, che ha travolto i vertici dell’Università per Stranieri di Perugia e portato alle dimissioni della rettrice, è quella relativa all’esame del campione Luis Suarez per la certificazione linguistica B1 propedeutica ad ottenere la cittadinanza italiana. Condizione necessaria per finalizzare la trattativa, poi saltata, con il club juventino. Sotto la lente di ingrandimento della procura perugina finì in particolare l’istituzione della sessione straordinaria d’esame del 17 settembre 2020.

Una data, secondo gli inquirenti, decisa ah hoc per consentire al calciatore di ottenere la certificazione linguistica "nei tempi richiesti" dal club bianconero e "all’esito di una fittizia procedura di esame". I pubblici ufficiali della Stranieri sostennero invece fosse stata dettata da esigenze logistiche e di sicurezza per evitare assembramenti al tempo del Covid. Da lì l’accusa di falso mossa nei confronti dell’avvocatessa Turco nel ruolo di "concorrente morale e istigatrice", della Greco Bolli, di Olivieri e di Spina cui i pm contestano anche la rivelazione del segreto d’ufficio per aver fornito al calciatore il contenuto della prova in anticipo. ("Con 10 milioni a stagione di stipendio non glielo puoi far saltare perché non ha il B1", diceva intercettata la professoressa Spina. Ma anche a procurare all’Ateneo un vantaggio patrimoniale di 1.748 euro derivante dall’iscrizione e dalla preparazione dell’esame e a diffonderne l’immagine agli occhi della stampa italiana ed internazionale. L’inchiesta delle fiamme gialle coordinata dal procuratore capo Raffaele Cantone e dai pm Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti, aveva coinvolto anche l’esaminatore Lorenzo Rocca, la cui posizione è stata però già definita a febbraio con il patteggiamento a un anno di reclusione (pena sospesa). L’UniStranieri di Perugia intanto figura negli atti come “parte offesa“.

Valentina Scarponi