Sabato 21 Giugno 2025
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Caso Resinovich e ruolo del marito, Trieste è divisa. L’uomo anziano con un sacco: quegli avvistamenti nel parco

Nuove indagini disposte dal pm mentre la vicenda entra all’università, una studentessa ha scelto questa storia per il master in criminologia. Il medico legale Raffaele Barisani (consulente del marito): “Per fare luce sull’epoca della frattura alla vertebra T2 serve una perizia terza”

Fulvio Covalero a dicembre 2021 aveva cercato Lilly nel parco, poco distante da dove la 63enne è stata trovata cadavere

Fulvio Covalero a dicembre 2021 aveva cercato Lilly nel parco, poco distante da dove la 63enne è stata trovata cadavere

Trieste, 1 giugno 2025 – Il corpo di Liliana Resinovich - seppellito, riesumato, indagato con le tecniche più sofisticate - continua a dividere Trieste in fazioni. Due, soprattutto, schierate al rito del caffè o davanti alle locandine delle edicole: colpevolisti e innocentisti verso il marito Sebastiano Visintin, oggi indagato per omicidio.

Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, ad aprile 2025 è stato indagato per l'omicidio della moglie
Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, ad aprile 2025 è stato indagato per l'omicidio della moglie

Le nuove analisi

Ma allora davvero questa storia è già scritta? Le indagini diranno, la nuova pm ha appena chiesto ulteriori analisi. La lista è lunga, dal cordino che chiudeva i sacchetti di plastica attorno al collo di Lilly al braccialetto con i disegni greci, il tutto da incrociare con forbici e coltelli sequestrati a Visintin. Procede l’inchiesta, con un’accelerata dopo la consulenza e la seconda autopsia di Cristina Cattaneo che ipotizza un omicidio per asfissia meccanica esterna e archivia il suicidio, la prima ipotesi, respinta dal gip che nel giugno 2023 si era opposto all’archiviazione. 

I dubbi del consulente medico legale

È affollato di fascicoli lo studio di Raffaele Barisani, medico legale e consulente di Visintin. Indica un punto chiave: “La frattura alla vertebra T2 viene desunta da Cattaneo, non vista nella Tac dell’8 gennaio 2022, tre giorni prima dell’autopsia”. Un preparatore anatomico si è preso la responsabilità, è seguita denuncia della famiglia. Come si risolve? “Con accertamenti ulteriori, in sede di perizia terza d’ufficio”, scrive Barisani nella sua ultima memoria.

La morte di Lilly è un caso di scuola

La morte di Lilly è così dibattuta da essere arrivata nelle aule dell’università. “Il caso di Liliana Resinovich. I misteri irrisolti e i principali protagonisti del ’giallo di Trieste’”, è il titolo scelto da Rossella Cirillo che venerdì a Perugia ha concluso il suo corso post laurea di alta formazione in Scienze criminologiche. Una storia studiata sugli atti e sui luoghi fin dall’inizio, con trasferte a Trieste e colloqui con i protagonisti. 

Le lettere per Lilly alla procura

Mentre le carte (voluminose) dell’inchiesta svelano addirittura una corrispondenza che fa pensare, lettere di cittadini che hanno scritto alla procura per segnalare, suggerire, informare. Un carteggio che racconta molto del rapporto tra questa splendida città di frontiera e l’enigma della 63enne, pensionata della Regione Friuli Venezia Giulia, una ciocca di capelli chiari sulla fronte come unico segno di civetteria. E proprio quello diventerà un elemento per identificarla, quando il suo cadavere sarà ritrovato nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico, il 5 gennaio di tre anni fa, 22 giorni dopo la scomparsa, era già buio e piovigginava, era tutto incerto e da decifrare.

La terza via di Fulvio Covalero

Ma nelle fazioni di Trieste - c’è anche chi continua a pensare che sia stato un suicidio - si è sempre affacciata anche una terza via, l’ipotesi di Fulvio Covalero, già amico di una Lilly sedicenne, “io avevo 22 anni, facevamo le scampagnate sul Carso”. Non un delitto premeditato ma aggressione verbale e fisica e quindi morte, per una donna che pesava 42 chili. “Com’era Liliana? Come è sempre stata. Molto chiusa, timida, non si metteva mai nelle condizioni di discutere”.

Le parole dell’avvocato difensore

Paolo Bevilacqua, che con la figlia Alice difende Visintin, dopo l’iscrizione del suo cliente nel registro degli indagati, ad aprile, ha cambiato marcia. Il 27 maggio ha richiesto – con incidente probatorio – una perizia medico legale per “decifrare morte, causa, modalità, luogo di permanenza della salma e data” del decesso, così scrive. Proprio gli accertamenti medico-legali, invece, non sono considerati dalla nuova pm che chiede molte analisi extra dalle suole delle scarpe ai  cordini, uno teneva legati i sacchetti al collo di Lilly, l’altro le chiavi. Visintin continua a proclamarsi innocente. “Ci sono elementi oggettivi e già valutati – rimarca Bevilacqua senior – che danno riscontro preciso ai suoi movimenti di quel giorno”, il 14 dicembre 2021 quando è iniziato il mistero di Lilly.

Rosari appesi sulla rete nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico di Trieste dove il 5 gennaio 2022 è stato ritrovato il cadavere di Liliana Resinovich
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I fantasmi del parco

Covalero parla mentre fa strada nel boschetto della morte. E chissà se è giusto chiamarlo così. “Molto probabile che il corpo sia sempre rimasto nello stesso luogo in cui è stato ritrovato”, ipotizza Cattaneo. La nuova pm Ilaria Iozzi – e nel frattempo sono cambiati anche procuratore e gip – indica il numero civico dell’aggressione mortale ipotizzata, siamo in via Weiss 21. Di qua il boschetto incolto, il dirupo, la chiesetta abbandonata dove Covalero aveva cercato l’amica, nel dicembre 2021; di là il roseto e poi il bar. Prendono vita fantasmi, in questo parco. Gli avvistamenti raccontati dai testimoni, agli atti dell’inchiesta. L’uomo anziano vestito di scuro, una torcia accesa, berretto tipo coppola, barba bianca. E forse un sacco nero, sulle spalle.

La segnalazione di una discussione accesa

Ma in questi boschi risuonano anche echi di voci. Arriviamo alle case in via del Farnetello, Covalero ricorda che da lì era partita una segnalazione, avevano sentito gridare un uomo e una donna dall’altra parte della montagna, in viale al Cacciatore. Saliamo di là, al km 3 c’è uno spiazzo, “la discussione potrebbe essere avvenuta qui”. Poi aggiunge, come fosse soprapensiero: “Ma Liliana non alzava mai la voce”. Chissà.