
Liliana Resinovich: 'asfissia' è la parte comune delle consulenze dei due pm per spiegare la morte di Lilly, che arrivava però a conclusioni opposte: prima suicidio poi omicidio
Trieste, 30 giugno 2025 - Caso Resinovich: il gip di Trieste Flavia Mangiante ha fissato per l’8 luglio l’incidente probatorio per la perizia richiesta dal pm “di carattere medico legale, genetico, merceologico e dattiloscopico sui reparti già analizzati”, sugli abiti e coltelli sequestrati al marito di Lilly, Sebastiano Visintin, oggi indagato per il suo omicidio”.
Accolte in pieno le richieste della pubblica accusa, respinte altrettanto integralmente quelle presentate dagli avvocati della difesa, Paolo e Alice Bevilacqua.
" Una perizia terza? Non serve”
Nessuna perizia diretta ad accertare le cause, la modalità, la data della morte nonché il luogo di permanenza della salma di Resinovich, considerati gli esiti opposti delle due consulenze svolte. E nessun approfondimento sulle cause della frattura della vertebra T2, alla luce di quanto dichiarato dal preparatore anatomico Giacomo Molinari.
Secondo il gip, tutto è già stato chiarito dalle due consulenze tecniche svolte per il pm, la prima all’inizio dell’inchiesta dal dottor
Fulvio Costantinides, la seconda da un team diretto da Cristina Cattaneo. Conclusione: la richiesta svolta nell’interesse dell’indagato “risulta ultronea”.La frattura alla vertebra T2
Anche sulla frattura secondo il gip tutto è già stato ricostruito. Il rimando anche in questo caso è alla consulenza Cattaneo, che la colloca “a ridosso della morte di Liliana Resinovich”. Secondo Mangiante, meritano invece di essere svolti gli ulteriori accertamenti richiesti dalla pubblica accusa, “potendo le nuove indagini contribuire a fornire elementi utili a ricostruire il fatto per cui si procede e a individuare il o i responsabili”.
Cosa ha stabilito la prima consulenza
"In sostanza appare plausibile un decesso risalente a due, massimo tre giorni prima del riferimento del cadavere”, avevano concluso nel 2022 il dottor Fulvio Costantinides e il dottor Fabio Cavalli. “Un’ipotesi di morte per asfissia da sacchetto appare dunque plausibile – scrivevano i primi consulenti dell’allora pm, nel frattempo sono cambiati anche il procuratore e il gip - nel caso specifico in assenza di altri segni di asfissia meccanica violenta (strozzamento, strangolamento, ecc), non emergendo, inoltre, chiare evidenze oggettive omicidiarie”.
Cristina Cattaneo e l’”ipotesi” sulla frattura
Ma che cosa aveva scritto precisamente Cristina Cattaneo sulla frattura alla vertebra T2? “La presenza dell’intaccatura a livello del margine mediale della faccetta articolare interessata dalla soluzione di continuo è stata rilevata anche sull’immagine Tac effettuata in seguito al rinvenimento del cadavere. Sebbene non sia possibile isolare la superficie articolare per confermare la presenza della soluzione di continuo, il rinvenimento dell’intaccatura sulla Tac supporta l’ipotesi che tale frattura fosse presente già al momento dell’esame”. Dunque la luminare parla di “ipotesi”.
Cosa ha stabilito la seconda consulenza
Quella seconda consulenza del pm, firmata da un collegio di esperti guidati dall’antropologa forense, nel 2025 ha ribaltato le prime conclusioni di Costantinides-Cavalli. Anche se con una certa prudenza, come emerge dal testo. “La morte di Liliana Resinovich è da collocarsi in via di elevatissima probabilità nella mattinata del 14 dicembre 2021, la causa è da ricondursi a un’asfissia meccanica esterna”.
Dunque il dato in comune, come rilevato anche da Raffaele Barisani, medico legale consulente del marito, è l’ipotesi asfissia, pur coniugata in modi opposti, prima suicidio, dopo omicidio.
Cosa chiedeva la difesa di Visintin
Paolo Bevilacqua, difensore di Visintin, aveva chiesto una perizia terza, “al fine di decifrare morte, causa, modalità, luogo di permanenza della salma e data” del decesso. Ancora oggi non c’è una risposta certa alla domanda: dove si colloca la scena della morte/omicidio di Lilly?
“Ordinanza ingiusta, negato il diritto alla difesa”
"Avevamo grandi aspettative dal nuovo corso delle indagini – è l’analisi di Bevilacqua senior -. Ma questa ordinanza è assolutamente ingiusta perché nega il diritto di difesa. Esploreremo ogni percorso procedimentale per consentire che si arrivi a un’indispensabile prova scientifica da affidare a una perizia, non a una consulenza, per avere una chiave interpretativa chiara di quel che è successo”.