Giovedì 18 Aprile 2024

Caso Eni, i pm di mezza Italia difendono Storari

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Sono aumentate di ora in ora, fino a circa 150, le firme delle toghe milanesi a sostegno del pm Paolo Storari, per il quale il pg della Cassazione Giovanni Salvi ha chiesto al Csm il trasferimento cautelare d’urgenza e il cambio di funzioni per il caso dei verbali di Piero Amara. E si stanno mobilitando a suo favore magistrati da tutta Italia: la lettera di solidarietà è stata condivisa anche da suoi colleghi di Roma, Napoli, Bologna, Salerno, Verona, Taranto, Udine e Latina.

Nel frattempo, a Palazzo dei Marescialli è entrata nel vivo l’indagine ad ampio raggio sull’intreccio di vicende legate al caso Eni. È stato ascoltato anche Marco Tremolada, presidente del collegio del processo Eni-Nigeria che assolse i 15 imputati e che in una nota, inviata alla Procura di Brescia e al ministero della Giustizia, ha già segnalato la "irritualità" della mossa dell’aggiunto Fabio De Pasquale e del pm Sergio Spadaro che avrebbero tentato di farlo astenere prima del verdetto. Negli uffici giudiziari milanesi si è creata una situazione senza precedenti, caratterizzata dallo scontro tra Storari, da un lato, che ha ricevuto appoggio da ben 59 pm su 64 totali, e il procuratore Francesco Greco e gli aggiunti De Pasquale e Laura Pedio, dall’altro.

Intanto, quasi tutti i sostituti milanesi hanno deciso di fare muro attorno a Storari. Salvi nella sua richiesta di cacciare il pm ha fatto riferimento alla necessità di "garantire" la "serenità di tutti i magistrati del distretto". Nella missiva di sostegno le toghe mettono in luce che "la loro serenità non è turbata dalla permanenza del collega".