Martedì 16 Aprile 2024

Caso Eni, altri accertamenti sui pm Alta tensione alla procura di Milano

Sotto la lente anche De Pasquale e Spadaro. L’Anm: "Fiducia nel Csm ma c’è disagio tra le toghe"

Migration

di Anna Giorgi

Il disagio fra le toghe sul “caso Storari“, espresso tramite una petizione a cui hanno aderito magistrati di mezza Italia e nelle ultime ore anche l’Anm di Milano ("C’è disagio, ma non strumentalizzare. Fiducia nel Csm"), non è l’unica novità della febbrile giornata di ieri. Da fonti interne alla Procura si è appreso che il Pg della Cassazione Giovanni Salvi ha avviato accertamenti anche nei confronti del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e del sostituto Sergio Spadaro, titolari del fascicolo Eni-Nigeria e già indagati a Brescia per rifiuto di atti d’ufficio.

Ma andiamo con ordine. Dopo l’azione disciplinare con carattere d’urgenza nei confronti del pm Paolo Storari che il pg della Cassazione vorrebbe allontanare per aver alimentato, fra l’altro, le vicende del “caso Eni“ consegnando verbali segretati dell’avvocato Piero Amara all’allora membro del Csm Piercamillo Davigo, da due giorni hanno preso il via, davanti al Csm, le audizioni dei magistrati milanesi. Le audizioni dovrebbero accertare se ci sia una "incompatibilità ambientale" negli uffici giudiziari milanesi per l’attività futura del pm Storari. Ieri è stato sentito Alberto Nobili, magistrato di peso all’interno della procura, capo dell’Antiterrorismo e promotore, insieme ad altri tre vice di Francesco Greco, della manifestazione di solidarietà pro Storari. Oltre a lui anche Maurizio Romanelli, Letizia Mannella ed Eugenio Fusco. Da quanto è trapelato anche a loro, come è accaduto il giorno prima ai loro colleghi, è stato chiesto di descrivere il clima all’interno della procura guidata da Greco, che il 14 novembre andrà ufficialmente in pensione, dopo la bufera sollevata dalle dichiarazioni sulla loggia Ungheria da cui tutto è cominciato.

Sentita ieri anche Laura Pedio, braccio destro di Greco, titolare dell’inchiesta sul "falso complotto Eni", oltre a quella sulla "fuga" dei verbali contenenti le deposizioni di Pietro Amara. L’aggiunto avrebbe ribadito davanti ai sei componenti della prima commissione del Csm, presieduta dalla togata Elisabetta Chinaglia, "l’infedeltà grave" di Storari, accusandolo, con il suo comportamento, di aver "compromesso subdolamente" l’inchiesta, danneggiando – come scrive in una relazione – lei stessa e l’Ufficio. Altri sostituti e aggiunti, invece, avrebbero raccontato di una indagine che "non andava avanti" sebbene Storari avesse pronta una richiesta di misura cautelare, di come sarebbe stato "isolato" dai suoi capi, e anche delle prove da lui raccolte sempre nel fascicolo sul "falso complotto" a favore degli imputati, poi tutti assolti, nel processo Eni-Nigeria. Prove non depositate da De Pasquale e Spadaro, che per questo sono iscritti, sempre a Brescia. Non si esclude che nei loro confronti già oggi venga reso noto da parte del Csm l’avvio di un procedimento disciplinare. Venerdì, poi, in camera di consiglio il Csm dovrebbe esprimersi sulla richiesta di trasferire in via cautelare Storari, bisognerà vedere se peserà oppure, più probabilmente no, la lettera di solidarietà di tutti i colleghi.

Intanto nei corridoi di Palazzo di Giustizia la tensione è altissima. Si racconta di un procuratore capo che avrebbe usato parole pesantissime nei confronti dei vice che lo hanno in qualche modo "isolato e tradito" promuovendo una mobilitazione senza precedenti, inimmaginabile ai tempi di Mani Pulite, inimmaginabile anche solo ai tempi della sua nomina. Una mobilitazione che è, più di tutto, un colpo durissimo e un atto d’accusa contro l’intera sua gestione della giustizia milanese.