Giovedì 18 Aprile 2024

Caso D’Alema-Colombia, fioccano le interrogazioni

L’ex premier Massimo D’Alema si sarebbe proposto come intermediario, per conto di Leonardo e Fincantieri, in una trattativa tra l’Italia e la Colombia per la vendita di alcuni armamenti al mistero della Difesa di Bogotà per la quale gli intermediari contavano di incassare 80 milioni di euro. La vicenda è stata presa in esame dal sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè (FI): "Ne sono venuto a conoscenza a metà febbraio quando l’ambasciatrice della Colombia mi ha chiamato parlandomi dell’interessamento del presidente D’Alema per conto di Leonardo". Un intervento, stigmatizza Mulè, "a mio giudizio irrituale, da chiarire. Mentre Leonardo aveva chiesto supporto al governo italiano, poi si presenta all’ambasciata della Colombia una figura a suo dire inviata da Leonardo di cui non ero a conoscenza".

Tanto basta per aprire un "caso D’Alema" in Parlamento. Italia Viva e Fratelli d’Italia chiedono chiarimenti, annunciando la presentazione di un’interrogazione al governo per questo fatto "grave" che, dice FdI, "fa preoccupare e indignare". La vicenda, resa pubblica dal sito Sassate.it e da La Verità, che ha diffuso alcuni audio dell’ex premier, racconta del ruolo di intermediatore di D’Alema nella trattativa, svolta tramite due broker italiani e uno studio legale di Miami, per la vendita di quattro corvette Fcx30, due sommergibili e alcuni aerei M346. Negli audio D’Alema parla del compenso per l’intermediazione ("Siamo convinti che riceveremo tutti noi 80 milioni di euro. Non appena avremo i contratti divideremo tutto").

L’affare non è poi andato in porto e D’Alema ieri ha replicato: "Ho solo cercato di dare una mano a imprese italiane per prendere una commessa importante" e dunque questo "non è un attacco a me, è un attacco alle aziende italiane", sostiene.