Venerdì 19 Aprile 2024

Caso Cucchi, superteste stringe la mano a Ilaria: "Mi dispiace"

Dopo la sua deposizione il carabiniere Francesco Tedesco è andato verso la sorella della vittima per scusarsi

Il superteste Francesco Tedesco stringe la mano a Ilaria Cucchi (Ansa)

Il superteste Francesco Tedesco stringe la mano a Ilaria Cucchi (Ansa)

Roma, 16 aprile 2019  - Stretta di mano nell'aula del processo bis per la morte di Stefano Cucchi tra il superteste e la sorella della vittima. Dopo essersi congedato dalla I Corte d'assise del Tribunale di Roma, al termine del suo interrogatorio come imputato per omicidio preterintenzionale, il carabiniere Francesco Tedesco si è diretto verso Ilaria Cucchi e le ha stretto la mano dicendo: "Mi dispiace". 

"Dopo il primo schiaffo, Stefano non ha avuto il tempo di lamentarsi, non ha gridato. È caduto in terra stordito e non ha urlato neppure dopo il calcio che gli è stato sferrato a terra. Poi, quando l'ho aiutato a rialzarsi, gli ho chiesto come stava e lui mi ha detto di stare tranquillo perchè era un pugile. Ma si vedeva che non stava bene", ha spiegato il vicebrigadiere durante il controesame dei legali della difesa puntando ancora una volta il dito contro i suoi due colleghi, Raffaele D'Alessandro e Alessio Di Bernardo. Proprio come aveva fatto lo scorso ottobre, a distanza di 9 anni dalla morte del geometra 31enne. 

"Di Bernardo e D'Alessandro si sono nascosti dietro le mie spalle per tutti questi anni, per dieci anni loro hanno riso e io ho dovuto subire, mi sono stancato - ha detto oggi Tedesco -. A differenza mia, non hanno mai dovuto affrontare un pm. L'unico ad affrontare la situazione e ad avere delle conseguenze ero io. In tutti questi anni l'unica persona che aveva da perdere ero io, ero l'unico minacciato". 

Il superteste, incalzato dalle difese, ha spiegato perché ha aspettato tanti anni per fare le sue rivelazioni. "Cominciai a maturare la convinzione di dover parlare il 30 luglio 2015, quando fui convocato dal pm ma ho voluto aspettare che uscissero le annotazioni mie falsificate e cancellate per corroborare le mie parole", ha spiegato. "Subito dopo la morte di Cucchi sono stato minacciato di essere licenziato quindi allora non chiesi nulla perché avevo capito l'andazzo. Dopo il 22 ottobre 2009 mi sono trovato incastrato ed ero l'unico ad avere tutto da perdere", ha aggiunto Tedesco.