Mercoledì 24 Aprile 2024

Caso Cucchi, indagato per falso un altro ufficiale dei carabinieri

Nono anniversario della morte di Stefano Cucchi. Novità nel filone dell'indagine sui depistaggi

L'avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmi (Ansa)

L'avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmi (Ansa)

Roma, 22 ottobre 2018 - Un nuovo indagato, un altro ufficiale dei carabinieri, nell'indagine sui falsi verbali e sui depistaggi legati al caso Cucchi. E' il maggiore dell'Arma Luciano Soligo, allora comandante della compagnia Talenti Montesacro, dove venne portato Stefano Cucchi, dopo l'arresto per droga e il pestaggio subito alla stazione Casilina la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009.

Nel filone d'inchiesta, condotta dal pm Giovanni Musarò, sono già indagati per falso ideologico il luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della Stazione Tor Sapienza, e il carabiniere scelto Francesco Di Sano, il quale, nel corso del processo che vede imputati altri cinque militari (che rispondono a vario titolo di omicidio preterintenzionale, falso e calunnia), ha ammesso di aver modificato il verbale sullo stato di salute del giovane, ma a seguito di un ordine gerarchico, senza precisare da chi.

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NESSUN INDAGATO TRA VERTICI ARMA - Fonti della procura romana invece fanno sapere che il generale dei carabinieri Vittorio Tomasone, il colonnello Alessandro Casarsa e il maggior Paolo Unali "non sono indagati nell'ambito della nuova inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi". I tre sono citati come testimoni e verranno quindi sentiti nel processo che si sta svolgendo alla Prima corte d'Assise. All'epoca dei fatti Tommasone era il comandante provinciale, Casarsa era comandante del Gruppo Roma e Unali era comandante della Compagnia Casilina.

Ilaria va all'attacco: "L'Arma vuole colpire chi ha parlato"

NOVE ANNI DI DOLORE, RABBIA E AMAREZZA -  Ecco il commento su Facebook di Ilaria Cucchi sui depistaggi, oggi nel giorno del nono anniversario della morte del fratello Stefano: "Falsi ordinati per far dire ai medici legali dei magistrati che mio fratello era morto di suo, che era solo caduto ed in fin dei conti non si era fatto niente. Era morto solo ed esclusivamente per colpa sua e nostra. Io e Fabio lo abbiamo detto per anni che ciò non era assolutamente vero. Lo abbiamo urlato per nove anni. Che sensazione provo ora? Soddisfazione? No. Rabbia per tutto il dolore infertoci con insulti minacce e false verità? Si. Dolore ed amarezza, come cittadina per l'Arma dei Carabinieri? Anche..."