Caso camici, si indaga sul ruolo di Fontana

Non fu donazione, ma una reale fornitura alla regione Lombardia di camici e altro materiale sanitario anti Covid, per un totale di 513mila euro. Fornitura effettuata da parte di Dama, società gestita da Andrea Dini, cognato del governatore Attilio Fontana, di cui la moglie detiene una quota del 10%. É questo uno dei dati considerati per acquisiti dai magistrati che conducono l’inchiesta della Procura di Milano in cui, per ora, risultano iscritti nel registro degli indagati il cognato di Fontana, Andrea Dini, e il direttore generale di Aria spa, la centrale acquisti della Regione, Filippo Bongiovanni.

Il sospetto degli inquirenti è che la trasformazione della fornitura, con contratto regolare, in donazione sia stata "simulata". Ieri sono stati sentiti altri funzionari, tra cui il presidente di Aria Francesco Ferri e Carmen Schweigl, la responsabile della struttura gare e numero due di Aria spa. Proprio la dirigente è stata ascoltata per sette ore sulle modalità di stipula del contratto di fornitura e sui motivi per cui si è poi trasformato in donazione.