Roma, 3 luglio 2022 - L'avanzata di Omicron 5 in Italia è inesorabile. Viaggiamo ormai a oltre 80mila casi ufficiali al giorno (vedere il bollettino Covid del 2 luglio), tracciando una media approssimativa senza i dati 'sottostimati' del weekend. Una "zona di chiaro aumento esponenziale" dell'epidemia, ha dichiarato ieri il Nobel Giorgio Parisi. Un rialzo dei contagi "solido e costante da quasi due settimane". Per il luminare la situazione è "seria", con "i casi che raddoppiano in poco più di dieci giorni e cominciano ad avere effetti anche sui ricoveri", mentre "gli ingressi nelle terapie intensive sono raddoppiati rispetto a un mese fa". E starebbero tornando ad aumentare anche le polmoniti. Dati allarmanti tanto che stamane in un'intervista il virologo Fabrizio Pregliasco è arrivato a non escludere l'ipotesi di un possibile ritorno al lockdown in Italia in autunno. Si tratta dello scenario "meno probabile", ha precisato. Bollettino Covid Italia oggi 3 luglio, i contagi dalle Regioni in diretta La sottovariante Omicron BA.5 (qui un focus sull'incubazione dei sintomi) dilaga anche con 40 gradi e, come ha sottolineato al nostro giornale il presidente del Sis 118, Mario Balzanelli, una persona contagiata ora è in grado di infettarne altre 15-17, contro i 2,5 del ceppo originario di Wuhan e i 7 della Delta. A comprendere a pieno l'andamento dell'epidemia potrebbero aiutare i numeri snocciolati oggi dall'epidemiologo Carlo La Vecchia. Secondo il docente di Statistica medica dell'Università di Milano i casi reali di Covid-19 in Italia potrebbero essere pari al 5% della popolazione, ossia circa 3 milioni. "Se pensiamo a una stima dei casi reali, è probabile che oggi almeno il 5% degli italiani sia positivo", le parole di La Vecchia all'Ansa. Una percentuale che si traduce in "un numero compreso fra 2 e 4 milioni di individui, probabilmente intorno a 3 milioni". A fronte dei circa 965mila attualmente positivi noti, ci sarebbero perciò "circa 2 milioni di casi non registrati, probabilmente con pochi sintomi o nessuno". Il totale sarebbe quindi il triplo di quello attuale. Sono dati impressionanti da un lato, ma dall'altro ridimensionano la percentuale di contagiati che presenta sintomi gravi e finisce in ospedale. Ma, come ormai sappiamo bene dopo 52 mesi di pandemia, a fare la differenza con il Covid sono anche i valori assoluti. Contano perciò sia le ospedalizzazioni, sia i tempi con cui si rischia di arrivare alla saturazione del sistema. E forse il fatto che Omicron 5 stia circolando a questa velocità e quindi con un tasso 'reale' di ospedalizzazioni più basso non è poi una così cattiva notizia in vista dell'autunno.