Mercoledì 24 Aprile 2024

Case green Un altro sì dalla Ue, classe D entro il 2033 L’Italia: eurofollia

Il Parlamento europeo vota la direttiva, ora il testo passa al Trilogo. La maggioranza insorge: "È anche peggio di una patrimoniale"

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di Giovanni Rossi

Case green, un dossier divisivo: 343 sì, 216 no e 78 astenuti. Il via libera del Parlamento europeo alla direttiva sull’efficientamento energetico degli immobili pubblici e privati scatena reazioni in Italia e non solo. Ora il testo passa al Trilogo, il negoziato che riporta al tavolo Consiglio Ue e Commissione. Salvo deroghe ed eccezioni, le tappe differenziate per la salvaguardia ambientale sono tutte ambiziose: i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028 grazie a tecnologie solari; gli edifici residenziali esistenti dovranno transitare in classe E entro il 2030 e in classe D entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e per quelli pubblici i traguardi sono anticipati entro il 2027 (classe E) ed entro il 2030 (classe D). Il testo approvato rappresenta già una mediazione, ma le posizioni restano distanti. "Vince la ristrutturazione con forza", rivendica il relatore irlandese Ciaràn Cuffe (Verdi), sottolineando la svolta.

Gilberto Pichetto Fratin (FI), ministro dell’Ambiente, promette battaglia: "La direttiva approvata è insoddisfacente per l’Italia. Individuare una quota di patrimonio edilizio esentabile per motivi di fattibilità è stato un passo doveroso e necessario, ma gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, sono ad oggi non raggiungibili per il nostro Paese". "Con l’attuale testo – è il timore – si potrebbe prefigurare la sostanziale inapplicabilità della direttiva. Agiremo per un negoziato che riconosca le ragioni italiane". "La norma non tiene in alcun conto della diversità tra le nazioni – si arrabbia Alfredo Antoniozzi (FdI) –. È una direttiva strabica, una sorta di esproprio proletario".

"La casa non si tocca – proclama Matteo Salvini (Lega) –. Un’altra direttiva sulla testa e sul portafoglio di 8 milioni di famiglie italiane, una mazzata economica in un momento di grande difficoltà per tanti. Sì ad incentivi, no a penalizzazioni e divieti. La Lega cercherà di modificare questa ennesima imposizione". "Peggio di una patrimoniale", protesta Maurizio Lupi (Noi Moderati) invocando "percorsi graduali e concreto sostegno" per evitare contraccolpi "alle fasce medie e più deboli".

"Gridare all’eco-patrimoniale è un capolavoro “tafazziano”", contesta Stefano Patuanelli (M5S). "Meglio ottenere finanziamenti e deroghe, come abbiamo fatto noi eurodeputati Pd, che sbandierare la propria opposizione, come fa la destra, per poi subire le normative europee senza poterle modificare", replica l’europarlamentare dem Patrizia Toia. "Basta fake news", attacca Angelo Bonelli, co portavoce dell’Alleanza Verdi Sinistra: "Le bugie di questa destra sono in realtà dei ‘no’ alla modernizzazione e alle speranze delle generazioni che verranno. Il Governo e la maggioranza che lo sostiene vogliono che, per i prossimi 30 anni, continui il dominio delle società energetiche che bruciano le fonti fossili. Noi chiediamo per l’Italia un piano strutturale di incentivi a favore delle famiglie. Potremmo creare milioni di posti di lavoro, generare ricchezza, ridurre drasticamente il costo delle bollette energetiche e dare il nostro contributo alla lotta contro la crisi climatica".