Venerdì 19 Aprile 2024

Ecco i Caschi blu del mare. Tuteleranno i tesori nascosti sott'acqua

A Paestum nascono i Blue Helmets of the Sea per proteggere il patrimonio archeologico sottomarino

Da sinistra: Silvia Costa, Ilaria Borletti Buitoni, Anna Arzhanova e Sebastiano Susa

Da sinistra: Silvia Costa, Ilaria Borletti Buitoni, Anna Arzhanova e Sebastiano Susa

Paestum (Salerno), 5 novembre 2016 - I Caschi blu del Mare sono nati all’ombra dei templi di Paestum. E non è strano, visto che tra i principali compiti hanno proprio la tutela del patrimonio archeologico sottomarino, dalla conservazione alla mappatura, fino alla formazione dei futuri esperti. 

A tenere a battesimo i ‘Blue Helmets of the Sea’ sono Silvia Costa, presidente della Commissione cultura del Parlamento europeo, e Anna Arzhanova, numero uno della Confederazione mondiale attività subacquee (Cmas) fondata da Jacques Cousteau, durante le quattro giornate della Borsa Mediterranea del Turismo archeologico, dedicata quest’anno alla distruzione del sito archeologico di Palmira, in Siria, e alla perdita di un immenso patrimonio artistico e culturale ad opera dei terroristi. E quanto l’attenzione sia alta su queste ‘cancellazioni intenzionali’ delle memoria di un popolo, lo dimostra la risoluzione dell’Unione europea per passare da una generica dichiarazione di ‘crimini di guerra’ a quella di ‘crimini contro l’umanità’.

"L’Italia – spiega l’onorevole Silvia Costa – è stata capofila nel dar vita alla recente task force dei Caschi Blu della cultura (il cui cuore è costruito attorno al Nucleo carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale) che operano in accordo con l’Unesco per la tutela del patrimonio artistico nel mondo e il contrasto al terrorismo, e che sono già in azione nelle aree di crisi. Ora abbiamo uno strumento in più grazie ai Blue Helmets of the Sea, che mettono la loro competenza a disposizione dell’Unesco". 

L’idea di base è quella di considerare finalmente i fondali come ‘paesaggio organico’ e quindi meritevole di tutela, al di là delle competenze dei singoli Paesi per le proprie acque territoriali. "Tra le attività del Cmas – specifica Anna Arzhanova – l’archeologia subacquea ha un posto fondamentale, e questo ci permette di lavorare con le università, i comitati scientifici e le forze dell’ordine per recuperare i tesori nascosti sott’acqua, mapparli e tutelarli al meglio garantendone, quando è possibile, la massima accessibilità". 

"Ci impegneremo al massimo per la tutela e la pulizia di tutti i mari – promette Anna Arzhanova, presidente di Cmas, la Confederazione mondiale attività subacquee fondata da Cousteau –. Non è possibile continuare a tollerare le enormi isole di plastica che uccidono migliaia di specie marine e di uccelli". E se quelle individuate negli oceani sono cinque (di cui una, pare, grande come l’Europa), non è che il Mediterraneo se la passi meglio, visto che conta 115mila pezzetti di plastica per chilometro quadrato: maglia nera all’Elba, dove nel tratto davanti a Portoferraio si arriva alla cifra recolrd di 892mila microframmenti per chilometro quadrato. Ed è proprio dall’Italia che Cmas darà il via al grande progetto per la pulizia delle coste, con un flash mob a giugno 2017 in una città costiera per poi spostarsi alle altre località del Mediterraneo, dedicato soprattutto all’educazione dei più giovani: "Rispettare il mare è cruciale per il futuro di tutti" ha ricordato.