Venerdì 19 Aprile 2024

Casaleggio, discesa in campo a novembre

Conte va avanti nella rifondazione del Movimento. Anche il capo di Rousseau pronto a entrare in azione dopo le amministrative

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di Elena G. Polidori

Davide Casaleggio non molla. Concluso (salvo alcuni dettagli che saranno ‘evasi’ nei prossimi giorni) il rilascio dei dati degli iscritti al M5s di Vito Crimi e Giuseppe Conte, pensa già a come consumare la sua vendetta politica. Partendo dagli iscritti al Blog delle Stelle, un numero di simpatizzanti di molto superiore a quello dei votanti dentro la piattaforma Rousseau che, d’ora in poi, fornirà servizi di consulting a grandi aziende non solo italiane (l’ordine di grandezza sarebbe intorno 500mila persone iscritte, ndr). Casaleggio, dunque, scenderà in politica, ma la fetta di Movimento che porterà con sé, composta per lo più dai duri e puri capitanati da Alessandro Di Battista e da transfughi ortodossi del calibro di Nicola Morra, in un’ottica di ‘partito multi-livello’, non diventerà un‘soggetto politico compiuto fino a dopo le elezioni amministrative. Quando – ed è questo su cui conta il figlio del fondatore – i numeri daranno un M5s ai minimi storici.

Insomma, la "guerra delle stelle" è appena cominciata. Ieri un Vito Crimi gioiente ha comunicato che la "nuova casa" grillina è quasi pronta, che presto ci sarà anche un nuovo mezzo di consultazione della base e che, insomma, il tempo della svolta è finalmente arrivato, ma non è davvero tutto oro quel che luccica insieme ai 300mila nomi degli iscritti al Movimento che finalmente sono nelle sue mani. Perché i passaggi per la ripartenza, al di là dei proclami, non saranno affatto brevi. Giuseppe Conte vuole arrivare entro fine giugno al varo sia del nuovo Statuto che della nuova leadership, ma è più probabile che diventi la metà di luglio il momento della sua definitiva ‘incoronazione’ a nuovo capo grillino. Lo Statuto – stando a fonti 5 stelle – è già pronto da tempo, un testo ‘pesante’ viene raccontato da fonti interne, che Conte ha scritto insieme a un nucleo di giuristi e di avvocati, ma dove non comparirebbe un ruolo definito per Beppe Grillo che, si sostiene, potrebbe "ritagliarsi solo quello di padre nobile del Movimento, senza ruoli davvero operativi". Per votare il testo, il M5s si affiderà, in prima battuta, a una società esterna, "poi per il voto sulla leadership – racconta la stessa fonte – probabilmente ci affideremo a una società esterna che si occupa di voto on line e di trattamento dei dati sensibili degli iscritti".

Il cammino di Conte (che si candiderà nel collegio di Primavalle, a Roma, per le suppletive della Camera) sarà comunque tutt’altro che semplice, anzi. Prima di tutto ci sarà da rinsaldare la coesione dei gruppi parlamentari, dove i malumori sono ancora molto forti e dove i ‘vecchi’ parlamentari sono sul piede di guerra perché temono di non essere ricandidati mentre i ‘nuovi’ sono ancora "tutti da formare", si dice all’interno. Poi c’è da dirimere la questione delle ‘donazioni’ economiche per il sostentamento del partito e, soprattutto, la discussione interna sulla collocazione politica del nuovo M5s.

"Dovrebbe collocarsi – si sostiene – in un centro moderato progressista, insomma una sorta di Margherita extra large, ma poi potrebbero esserci problemi con Enrico Letta che viene da quel mondo lì e guarda allo stesso elettorato". "Siamo all’anno zero – ha commentato ieri Roberta Lombardi, storica anima grillina – ripartiamo da qui", parole rilanciate anche dal presidente della Camera, Roberto Fico: "Il giro di boa era necessario per poter ricominciare". Il vero obiettivo politico di Conte? "Tornare a Palazzo Chigi – dicono nel M5s – Draghi ha fatto terra bruciata di quello che lui aveva lasciato, persino in Cdp. E lui non l’ha presa bene…".