Vercelli, violenze sessuali tra minori. Sequestrata casa famiglia

Secondo gli investigatori i 5 educatori sarebbero responsabili di condotte omissive in relazione alle presunte violenze tra i minori ospiti della struttura

Sequestrata casa famiglia a Caresana, provincia di Vercelli

Sequestrata casa famiglia a Caresana, provincia di Vercelli

Vercelli, 13 dicembre 2019 - Una casa famiglia di Caresana (Vercelli) è stata sequestrata preventivamente per presunte violenze sessuali di gruppo tra minori. Per 5 educatori della comunità è scattato il divieto di esercitare qualunque attività professionale a contatto con minori. Le denunce riguardano quattro donne e un uomo, italiani, di età compresa tra i 52 ed i 28 anni, coordinatori della struttura. Secondo le ipotesi degli inquirenti, i 5 educatori sarebbero responsabili di condotte omissive, accertate anche tramite intercettazioni telefoniche, in relazione alle suddette violenze che sarebbero avvenute all'interno delle mura.  

Poco dopo le 8 di oggi due pulmini della Squadra Mobile di Vercelli hanno lasciato la sede della casa famiglia mentre alcuni agenti restavano in loco per completare i sopralluoghi. L'operazione era scattata alle 6. 

L'indagine è partita nella primavera scorsa quando una ragazzina sedicenne, in passato ospite della comunità, ha confessato alla sorella di aver subito violenze da parte di altri ospiti minorenni quando era ancora nella struttura. La vittima ha raccontato di vessazioni fisiche e verbali fino ad arrivare a episodi di violenza sessuale di gruppo. Dal racconto emergerebbe, secondo chi indaga, il totale disinteresse degli operatori della struttura, che avevano il dovere di vigilare sulla giovane, i quali avrebbero saputo quanto accadeva, ma che tuttavia non avrebbero preso nessuna precauzione per proteggere la ragazza.

All'epoca la polizia di Vercelli ha subito trasferito la minore in un'altra comunità, ma nel frattempo ha anche scoperto una seconda vittima, una quindicenne, anche lei allontanata d'urgenza dalla struttura. Le indagini che ne sono seguite hanno consentito, secondo gli investigatori, di accertare la responsabilità di coordinatrici e operatori della comunità nella condotta omissiva: a conoscenza da tempo di quanto stesse avvenendo, non avrebbero fatto nulla per fermare gli abusi.

Anche in questo caso si parla di abusi sessuali di gruppo, violenze fisiche e psicologiche di ogni genere da parte di ospiti minorenni della comunità. Episodi che avrebbero comportato l'isolamento della vittima dal gruppo. Proprio come aveva denunciato l'altra compagna. Sempre stando agli inquirenti, dal diario personale di una delle vittime emergerebbe l'assoluta amarezza per le richieste di aiuto fatte alla coordinatrice e rimaste inascoltate.

Le condotte omissive degli educatori, raccontate dalle giovani ragazze, sarebbero confermate anche da intercettazioni telefoniche.