Carte top secret Usa "Razzi dall’Egitto per aiutare Mosca" Ma la Russia: è falso

La rivelazione contenuta nei documenti del Pentagono finiti sui social. Il Cairo è alleato storico degli americani: l’imbarazzo dei due governi.

Carte top secret Usa  "Razzi dall’Egitto  per aiutare Mosca"  Ma la Russia: è  falso

Carte top secret Usa "Razzi dall’Egitto per aiutare Mosca" Ma la Russia: è falso

rdi Alessandro Farruggia

L’Egitto sarebbe pronto a inviare 40 mila razzi da 122 millimetri e forniture di polvere da sparo alla Russia, recita uno dei documenti del Pentagono (in parte apparentemente veri, in parte probabilmente “ritoccati“ o falsi) forniti da una anonima fonte a vari siti web e ripubblicati dal Washington Post. Se fosse vero – considerando che l’Egitto riceve ogni anno 1,3 miliardi di dollari di aiuti americani ed è un alleato storico di Washington nel Medio Oriente – sarebbe clamoroso.

Ma sia la Russia che l’Egitto e gli Stati Uniti smentiscono. "Le notizie sui presunti piani dell’Egitto di fornire segretamente migliaia di missili alla Russia – ha detto ai giornalisti il portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov – sono un’altra bufala e vanno trattate di conseguenza". L’ambasciatore Ahmed Abu Zeid, portavoce del ministero degli Esteri egiziano, ha affermato che "la posizione dell’Egitto si basa sul non coinvolgimento in questa crisi e sull’impegno a mantenere equidistanza rispetto alle parti". Nega anche l’America. "Non abbiamo avuto nessuna indicazione che l’Egitto abbia fornito missili alla Russia" ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby,

Nel documento si afferma che lo scorso primo febbraio al-Sisi avrebbe ordinato ai funzionari di mantenere segreta la produzione e la spedizione dei 40 mila razzi "per evitare problemi con l’Occidente". Stando sempre al documento trapelato, il leader egiziano chiede a una persona identificata solo come Salah al-Din di comunicare agli operai della fabbrica che i proiettili sono destinati all’esercito egiziano. Salah al-Din è probabilmente Mohamed Salah al-Din, il ministro di stato per la Produzione militare, il quale risponde che avrebbe "ordinato alla sua gente di lavorare su turni se necessario perché era il minimo che l’Egitto potesse fare per ripagare la Russia per un aiuto non specificato in precedenza". La polvere da sparo e i razzi sarebbero prodotti dalla “Fabbrica 18“ – alias “Al Jabal company for speciality chemicals“ – , che è il nome di un impianto di produzione di proiettili e di esplosivi di Heliopolis attivo dal 1950.

Nel documento si citano anche i razzi da 122 mm Sakr 45, ma non si dice esplicitamente se questi razzi – che sono compatibili con i lanciarazzi multipli Grad perchè in Egitto alimentano i lanciarazzi multipli Bm21 Grad acquisiti a su tempo dalla Russia e i nuovi ATS59G – vengano prodotti per la Russia. Ma è scontato che se il documento fosse vero sarebbe così.

Per fortuna dell’Occidente il documento non sarebbe vero. Da notare che se l’Egitto decidesse di fornire armamenti alla Russia potrebbe essere molto efficace, ben oltre la fornita di razzi da 122 millimetri. Basti pensare al fatto che dal 1992 a Helwan, nelle periferia del Cairo la ETP (Egyptian tank plant) produce i carri armati pesanti americani M1A1 Abrahms, probabilmente i migliori carri da battaglia esistenti, e ne ha prodotti sonora la bellezza di 1.200. Ovviamente questo – ma anche la “semplice“ fornitura di razzi – significherebbe la fine dell’alleanza dell’Egitto con gli Stati Uniti, che chiuderebbero il finanziamento a fondo perduto da 1.3 miliardi all’anno e attuerebbero un profondo rivolgimento negli equilibri strategici in Medio Oriente. E quindi allo stato è quasi impensabile.