Venerdì 19 Aprile 2024

Carrozzina rotta in stiva "Ma abbiamo vinto noi"

La battaglia di Anita Pallara: non è una valigia persa, ma un danno alla persona

MILANO

Anita Pallara è tra quanti sono riusciti ad affermare il proprio diritto a viaggiare in aereo. La vicenda nella quale è rimasta coinvolta si è conclusa da poco ma è iniziata il 6 luglio 2021. Quel giorno Pallara è atterrata all’aeroporto di Cagliari per iniziare le vacanze. Ma la sua permanenza in Sardegna è durata appena il tempo necessario a trovare un volo che le consentisse di tornare indietro e recuperare una vecchia carrozzina: la sua, quella sulla quale si muoveva ogni giorno, era stata danneggiata durante il volo, al punto da essere inutilizzabile. "Dispositivo di input proporzionale non connesso": questo il messaggio apparso sul display del telecomando della sedia a rotelle quando gliel’hanno riconsegnata. A corredo un’inequivocabile icona di “Stop“. Quella di Pallara è una carrozzina elettrica. Altamente personalizzata: per personalizzarla ci sono voluti circa 30mila euro. Social media manager, presidente dell’associazione “Famiglie SMA“ di Lainate (Milano), 43 anni, Anita ha l’atrofia muscolare spinale (SMA), una patologia rara che provoca una grave disabilità motoria. Da qui il bisogno di una carrozzina elettrica, che possa essere guidata col joystick e personalizzata in base alla postura che deve tenere per non sentir dolore, ma anche in base a peso e altezza.

"Quando me l’hanno restituita, il joystick non funzionava più, la seduta non era quella giusta per la postura che devo tenere, i braccioli erano rotti e mancava una pedana" ha raccontato. Per lei la carrozzina è un supporto irrinunciabile: "È l’equivalente delle braccia e delle gambe, è la mia unica possibilità di autonomia – ha spiegato in quei giorni –. Se non posso assumere la postura corretta provo dolore, fatico a mangiare e bere autonomamente. Una carrozzina distrutta è un’amputazione".

Ha provato a procurarsi un joystick sostitutivo. Ma non è bastato: la carrozzina non si è riattivata. Da qui la scelta di tornare a casa e recuperarne una vecchia, usata in passato. E di far causa alla compagnia, avanzando richiesta di risarcimento: nel suo caso la compagnia era Ryanair che, appena accaduto il fatto, si è limitata ad offrire alla passeggera un volo gratuito per il ritorno a casa, offerta che la diretta interessata ha rifiutato, dopo l’esperienza del volo di andata, optando per altre compagnie aeree e segnalando l’accaduto all’Osservatorio Malattie Rare, che in quei giorni ne ha dato risonanza. La sua vicenda, infatti, portava alla luce un tema mai affrontato: la carrozzina è finita nella stiva del velivolo perché le norme del trasporto aereo la parificano ad un normale bagaglio, nonostante per Pallara, come per altre persone con disabilità, sia un’estensione del proprio corpo, valga come un braccio o una gamba. Ed è proprio questo il concetto che il suo legale, Edno Gargano, è riuscito ad affermare concordando insieme a Ryanair "un accordo bonario con soddisfazione di ambo le parti". Leggi alla mano, secondo quanto prevede, in generale, la Convenzione di Montreal il risarcimento massimo che può essere chiesto ad una compagnia è 1.300 euro in caso di smarrimento o danneggiamento del bagaglio. E sale, invece, fino a 100.000 euro in caso di danni alla persona.

Giambattista Anastasio