Giovedì 18 Aprile 2024

Caro Elon Musk investi nella Motor Valley. Puoi diventare l’erede elettrico del Drake

Tesla vuole aprire stabilimenti in Europa, pensino anche i nostri politici all’occasione. Nella Terra dei Motori troverà le competenze che cerca

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Per favore, mister Elon Musk: se pensi ad investimenti in Europa, dedica un pensiero all’Italia della Emilia Romagna, patria di un tuo ideale predecessore...

Eh, sì. Forse tra un secolo, nel 2121, gli storici azzarderanno un parallelo tra le figure di Enzo Ferrari e di Elon Musk. A loro modo, distinti e distanti profeti di una era nuova, figlia della mobilità su quattro ruote, del concetto quasi filosofico dell’automobile.

Nel Novecento, il Drake di Modena fu il primo ad intuire che la macchina poteva essere non solo indispensabile strumento di locomozione. Bensì, legittimamente, anche oggetto di lusso, se non addirittura opera d’arte. Nella sublimazione del passaggio dalla semplice meccanica alla estetica. Un triplo salto mortale, senza rete. Premiato dalla risposta dei mercati e dalla passione popolare. Da un rivoluzionario all’altro.

Nel nuovo millennio, Elon Musk, origini miste fra Canada e Sud Africa, cittadinanza statunitense, ha visto la luce come il Belushi dei Blues Brothers, il film di John Landis. A costo di essere preso per pazzo, questo lunatico personaggio tante ne ha dette e tante ne ha fatte: ma, soprattutto, Musk ha scommesso sulla idea di una svolta green. Ha puntato sulla mobilità ’dolce’, ad emissioni zero: con il marchio Tesla, ha creato automobili elettriche, spinte da batterie. Silenziosamente eleganti, nel nome di una sfida invece rumorosissima alla tradizione dei motori rombanti, ruggenti, esplosivi.

Come per Enzo Ferrari, che nella sua unicità era uomo intriso di contraddizioni, talvolta non di rado molto dolorose, anche Musk deve essere raccontato ed interpretato non ignorandone limiti ed errori. Solo per stare alle cronache recenti, sono state infelicissime le sue esternazioni vagamente negazioniste in materia di pandemia. Ma questo è un altro discorso.

Resta vero, invece, che il... Ferrari a batteria ha anticipato l’esigenza di un cambiamento che riguarda ognuno di noi. La ricerca di soluzioni per la enorme questione climatica passa necessariamente attraverso l’utilizzo di nuove forme di energia. Per contrastare il riscaldamento globale.

Diceva l’economista Galbraith che le automobili sono le pinne della società moderna: un’immagine nella quale un compiaciuto Enzo Ferrari si riconosceva volentieri. Ma che ci fai con le pinne se il ’mare’ nel quale dovresti nuotare è reso infrequentabile dall’inquinamento?

L’ipotesi di risposta offerta da Musk è nota. Basta benzina e basta diesel, macchine spinte dalla elettricità, lasciando ad altri la sperimentazione su propulsori ad idrogeno. Adesso tutte le aziende che producono vetture si sono... convertite. Stanno investendo cifre enormi sullo sviluppo di modelli ibridi o totalmente ad emissioni zero. Persino Fiat Chrysler, dopo anni di colpevole ignavia sul tema, ha svoltato. È in arrivo la prima versione ’full electric’ di un brand doc come la 500.

Ecco, tutto ciò premesso non sarebbe una brutta cosa se arrivassero anche investimenti di Tesla nella cara, amatissima Terra dei Motori. Nella Emilia Romagna che è la patria di simboli prestigiosi come la Ferrari (ovviamente!), la Maserati, la Lamborghini, la Ducati. E di una filiera, dalle risorse universitarie alle virtù della componentistica, che si richiama alla tradizione, al valore delle radici, alla suggestione delle origini.

Nei giorni scorsi, Elon Musk ha annunciato di essere pronto ad aprire un nuovo stabilimento in Europa dopo la enorme ’Giga Factory’ aperta alle porte di Berlino. Sicuramente la Germania è stata in grado di offrire all’uomo più ricco sulla faccia della terra (insieme al Bezos di Amazon) le condizioni ideali per l’investimento: cultura dell’automobile, organizzazione, infrastrutture, competenze tecniche.

Ma non è che queste cose facciano difetto all’Italia dell’Emilia Romagna! Chissà se i nostri politici, tra un bisticcio e l’altro, ci stanno pensando...