Achille Perego Una ripresa azzoppata dal caro-energia. La corsa dei prezzi di gas e petrolio non solo sta mettendo a rischio i bilanci di famiglie e imprese, molte già costrette in questi giorni a pagare i rincari di gennaio (+55% il gas e +41,8% la luce) ma anche la crescita dell’Italia con il Fmi che ha già tagliato al 3,8% l’aumento del Pil nel 2022. Del rischio frenata, dopo che da giorni tutte le associazioni delle imprese, del commercio e dei servizi (dalla meccanica agli alberghi) hanno lanciato l’allarme sopravvivenza tra Covid e maxi-bollette, se n’è accorto il governo. Ieri il ministro dell’Economia Franco ha anticipato la possibilità di altre misure per ridurre il caro-energia ed evitare "che blocchi la ripresa". Finora, compresi i bonus per 3 milioni di famiglie a basso reddito e la rateizzazione delle bollette, sono stati stanziati 5,5 miliardi. Una goccia di fronte a un aumento annuo stimato dalla Cgia in 89,7 miliardi: 30,8 per le famiglie e 58,9 per le imprese. Le prime, con un aggravio di 1118 euro – un mese di pensione e più di tre volte i 264 dello sconto medio del taglio-Irpef – costrette a ridurre i consumi. Le seconde a chiudere per non lavorare in perdita. Pensare di trovare 90 miliardi per compensare il caro-bollette è impossibile. E tornare a estrarre gas in Italia, benché si riesca, ha bisogno di tempo. Così come lo sviluppo delle rinnovabili. Quindi, come suggerisce Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, oltre a pensare di riattivare nell’emergenza le centrali a carbone e al pressing sugli extra profitti dei grandi gruppi dell’energia, governi e soprattutto l’Europa dovrebbero darsi una mossa di fronte a un gas russo che, trasporto compreso, costa meno di 10 cent al metro cubo e in bolletta oltre 1,30 euro. Basterebbe che fosse aperto il ...
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