Giovedì 18 Aprile 2024

Caro amico non ti scrivo sul cellulare

Giorgio

Comaschi

Scusa me lo puoi rimandare, non ho capito niente.... È la reazione classica a uno dei nuovi strumenti con cui (abbastanza demenzialmente) comunichiamo oggi. I messaggi dettati. Mentre siamo in macchina, siccome giustamente non ci azzardiamo a digitare perché guidiamo e comunque verrebbero degli obbrobri a causa dei sobbalzi dell’auto, dettiamo ad alta voce la risposte. Di solito viene cosi: "Ciao, ci crediamo domenica con mia moglie, rotpoec, Federica non avesse, fatto salvo, guidio, mia nonna clavicembalo, Andrea, scus sto det andando macchiona". Messaggi criptici, indecifrabili, sbagliati nell’anima perchè il dettare alla guida autorizza il telefono a farsi gli affari suoi e a pescare qua e là parole astruse. Se fai il palloncino allo smartphone in quei casi è da arresto perchè è come avesse bevuto nove whisky. E invece dettiamo. A volte il telefono (cioè quella creatura degli inferi che è Siri, acquattata in qualche parte dell’universo) si diverte a ripeterceli prima di inviarli e noi, chissà perchè, diamo l’okay, impegnati magari in una curva a destra, rigorosamente senza freccia, essendo stata quest’ultima abolita già da qualche anno.

Chi usa la freccia può essere al limite anche multato e infatti nessuno la mette più quando svolta o sorpassa. I vocali, al di là della dettatura, sono diventati pane quotidiano. E qui si riconoscono subito i "pesanti", cioè quelli che, per dirti una cosa semplicissima, parlano per cinque minuti con delle pause che si può anche schiacciare un pisolo mentre ascolti. Parliamo al microfono dei nostri cellulari tenendo lo strumento in orizzontale, come fosse una fetta da toast, anche quando ascoltiamo, senza renderci conto che, in tutti e due i casi, se lo tenessimo normale funzionerebbe benissimo perché il microfono è lì, non a un metro. È compito dei produttori telefonici inventare presto uno smartphone che si applica in orizzontale all’orecchio, con un supporto speciale a incastro. Che costerà ovviamente un casino.