Martedì 23 Aprile 2024

Banche, tutti i risparmi in fumo con Carife. "Ho tentato il suicidio"

Carla C. voleva aprire un negozio di estetista: ha perso 150mila euro

Banche, la manifestazione dei piccoli azionisti (Ansa)

Banche, la manifestazione dei piccoli azionisti (Ansa)

Modena, 14 dicembre 2015 - "MI È crollato il mondo addosso, mi sono sentita persa, confusa: dopo tante difficoltà in questi mesi, compresa la separazione dal compagno, anche la perdita di tutti i risparmi. E allora, quella sera, ho preso una dose eccessiva di farmaci". Carla C., quarantenne foggiana, adesso riesce a raccontare la disperazione che ha rischiato di causarne la morte: "Mi ha davvero salvata un’amica, come hanno confermato all’ospedale di Modena. Avevo abusato delle pastiglie, non riuscivo più a svegliarmi".

È stato per la perdita dei risparmi depositati alla Carife?

"Sì, quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso".

Una goccia non da poco: si parla di 150mila euro. Ci parla di questo suo investimento?

"Sono stati i miei genitori, di Foggia, a regalarmi quella somma. Sapevano che qui a Modena (dove la donna vive ed è correntista, ndr) io facevo l’estetista ma non avevo il necessario per aprire una mia attività e anche che, lavorando spesso da precaria, non guadagnavo granché. Perciò hanno venduto un immobile e mi hanno regalato i soldi, dicendo che avrei potuto utilizzarli per mettermi in proprio. Cinque anni fa, perciò, li ho depositati in banca; dopo poco sono stata contattata telefonicamente da un funzionario che mi ha proposto l’investimento".

Cosa le ha detto?

"Che le obbligazioni subordinate erano più sicure delle azioni, che mi avrebbero garantito una rendita costante, tutti gli anni. Io non sono esperta, ho guardato un po’ su Internet ma più di tanto, si sa, è difficile capire da tutti quei fogli".

E poi?

"Sino a un po’ di tempo fa, non avevo alcun timore particolare. A un certo punto però ho trovato un’opportunità, c’era un centro estetico in vendita a Foggia, allora ho chiamato la banca chiedendo di smobilizzare l’investimento e riavere il mio capitale: mi hanno risposto non si poteva, che c’erano problemi...".

Ha iniziato a preoccuparsi?

"Sì, molto. Non solo perché non riuscivo a concretizzare il mio desiderio, ma perché nel frattempo le notizie su Carife si facevano preoccupanti. Leggevo i giornali, guardavo la tv, si parlava del commissariamento e delle azioni che perdevano valore".

Sino alla mazzata definitiva di fine novembre...

"Quando ho saputo di aver perso tutto, mi sono sentita finita. Ho pensato anche alla vergogna di raccontare tutto ai miei, a tutto quello che mi stava cadendo addosso, a mille idee brutte".

Compresa quella di farla finita.

"Ero depressa, disperata, ho esagerato con i farmaci. La mia amica mi ha trovato in uno stato devastante, dice che non mi svegliavo più. All’ospedale per fortuna si è risolto tutto".

Adesso cosa farà?

"Ho deciso di promuovere un’azione legale, attraverso Agitalia; spero di recuperare qualcosa, anche attraverso i risarcimenti promessi dal governo. Ora sono tornata a Foggia qualche giorno, la mia famiglia ha capito la situazione, ma sa come si dice? ‘Meglio i soldi che una brutta malattia’. I miei genitori sono adorabili, ma anche per loro la botta è molto dura. Non siamo certamente ricchi e quella somma era importante".

È arrabbiata con la banca?

"Cosa direbbe lei, se in un momento tra l’altro difficile della sua vita, le avessero completamente azzerato tutti i sogni e i progetti coltivati per tanti anni?".