Cari tedeschi, lasciate in pace il nostro Dante

Roberto

Giardina

Dante? Un arrivista presuntuoso, un plagiatore arrogante. Lo sostiene un tedesco, ma non dovremmo risentirci, non troppo. Il colpevole è un giornalista quasi sconosciuto Arno Widmann, 75 anni, non un critico letterario, ricordato solo perché nel 1987 sostenne che l´Aids proveniva da un laboratorio americano. Come dire, un complottista, come quanti credono che il Covid non esista. L´attacco è apparso sulla "Frankfurter Rundschau", non più il giornale autorevole che fu ai tempi di Willy Brandt. vicino al partito socialdemocratico. È fallito nel 2012. Si fa confusione con la "Frankfurter Allgemeine", uno dei più importanti quotidiani d´Europa, che lo ha fatto rinascere e lo mantiene in vita per solidarietà. Ma i lettori di Herr Arno sono poche migliaia. Non è vero che Dante abbia "inventato" l´italiano, scrive ancora, nato grazie ai troubadour provenzali, forse non è mai esistita la sua Beatrice, e la "Commedia" è copiata da poeti arabi, un ammasso di versi macchinosi. Vuoi mettere con Shakespeare? A meravigliarsi della nostra reazione sono, in lungo commento, i colleghi tedeschi della "Bayerische Rundfunk". Tanto rumore per nulla, ne vale la pena per Arno? Ma se la radio bavarese ci dedica tanto tempo è la prova che il tema interessa gli ascoltatori. In realtà in nessun Paese Dante è apprezzato come in Germania. "Die Göttliche Komödie" ha avuto ben 170 traduzioni, settanta complete, la prima nel 1767, in versi liberi o in terzine, nonostante la difficoltà di rendere gli endecasillabi: "In mitten unseres Lebens an der Fahrt", nel mezzo del cammin di nostra vita. Goethe scrisse un saggio su Dante, e nel suo "Faust" si avverte un´eco della "Commedia". I corsi di italiano sono da sempre al completo, una lingua che si studia per amore, per qualcuno, uomo o donna, o della nostra cultura. Molti studenti, magari con i capelli bianchi, imparano l´italiano per leggere Dante in originale.