"Care nemiche" Invito a cena con stoccata

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Viviana

Ponchia

Per farsi dei nemici non è necessario dichiarare guerra, basta dire quello che si pensa. Elisa Di Francisca, campionessa olimpica con la lingua più affilata di una spada, è la prova che le cose stanno così. Non rivolge più la parola alla sua ex allenatrice Giovanna Trillini. Con Valentina Vezzali anche peggio. Si sono insultate in pedana a Salisburgo nel 2010 strappandosi la maschera e le bretelle e da allora continuano a sfidarsi, come nei Duellanti di Ridley Scott.

Eppure ieri la fiorettista dei record ha fatto pubblicamente a entrambe una proposta indecente, qualcosa che nemmeno le temerarie strategie di Churchill avrebbero contemplato. Lasciando di stucco i conduttori di Non è un paese per giovani le ha invitate attraverso Radio Rai a mangiare una pizza. Sarà il caldo, sarà per fare contenti gli ascoltatori a digiuno di buone notizie. Alla fine magari non sarà vero e continueranno a restare arroccate nella reciproca antipatia.

Ma l’idea di andare a cena con il nemico è una cosa intrigante e riguarda tutti. Si fa, non si deve? E se proprio succede come? Può una margherita fare dimenticare anni di dissapori? Questa sarebbe una rimpatriata fra signore esperte in stoccate, emotivamente sempre armate, quindi l’incontro potrebbe avere un esito sorprendente alla Tarantino: al momento del limoncello spunta la spada di Hattori Hanzo e addio riconciliazione. I presupposti ci sono. La Trillini è offesa a morte per quello che Di Francisca ha scritto nel memoir Giù la maschera anche se a voce è andata persino più dura: brava maestra ma eterna seconda, si mette da sola nell’angolo e poi si lamenta che non viene considerata. E la sottosegretaria Vezzali: "Era una di quelle persone che doveva avere sempre un nemico, la credevo una leale compagna di squadra ma quando ha capito che potevo batterla ha iniziato a stuzzicarmi. Dai oggi, dai domani, siamo esplose". E allora facciamoci una pizza, dai, e non pensiamoci più.

Gli psicologi sostengono che per risolvere è bene approfittare della tarda serata. Il corpo inizia a produrre melatonina, la pressione si abbassa, il cuore rallenta e in teoria la rabbia dovrebbe sbollire. Mentre la proposta della cena dovrebbe essere fatta attorno a mezzogiorno quando l’umore è al massimo, e in questo Elisa ci ha preso. Resta da considerare che una pizzeria, anche quella che serve il Patanegra, è il posto meno indicato per gli armistizi. E che non c’è niente come il perdono in grado di mandare fuori di testa il nemico.