Carattere degli orsi, decide il Dna: "In Abruzzo sono meno aggressivi"

Il direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise traccia un parallelo con la situazione in Trentino: "Occorrono comportamenti adeguati, come un campanello. L’abbattimento? Non può essere un tabù"

L’uomo che conosce, controlla e gestisce il popolo della foresta nel Parco nazionale d’Abruzzo, gioiello italico della biodiversità che ha appena compiuto cento anni, è un carabiniere forestale in aspettativa.

Direttore Luciano Sammarone, l’orsa JJ4 che in Trentino ha ucciso un runner è da abbattere?

"Uccidere un orso è sbagliato ma può essere necessario. L’abbattimento deve essere sempre l’estrema opzione. Al netto del dispiacere per l’eventuale uccisione la popolazione di questi carnivori non ne risente".

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Il colonnello Luciano Sammarone, direttore del Parco nazionale d’Abruzzo
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Meglio trasferire l’orsa?

"Aveva già aggredito altre due persone e quindi di sicuro quell’animale da lì va rimosso come prevede il piano di gestione sulle Alpi, il Pacobace. Ma non messo all’ergastolo in un recinto, meglio una zona alternativa, se esiste".

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Il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti ha ipo tizzato anche di dimezzare con gli abbattimenti da 100 a 50 il numero degli orsi.

"E’ una scelta totalmente sbagliata e irrealizzabile. Il Progetto Life Ursus parla intanto di 50 orsi bruni come numero minimo per quel territorio e non come limite massimo. Come verrebbero poi scelti i capi? Con che criterio? Sarebbe una strage inutile e folle".

In Abruzzo ci sono stati casi di aggressioni?

"A memoria d’uomo no. In realtà è tuttora sotto la lente un solo episodio non mortale e molto dubbio risalente al 2022".

E’ possibile la convivenza fra orsi e uomini oggi?

"Sì, ma bisogna mettersi in testa che servono protocolli e procedure, ad ogni circostanza corrisponde un’azione. E lo dico a prescindere dalla mia esperienza in Abruzzo. La convivenza esiste in Paesi come Slovenia, Bulgaria, Spagna, Nord America dove ci sono anche i grizzly".

Cos’è mancato in Trentino?

"Forse va cambiata la prospettiva dettando regole di comportamento che sono nei protocolli di gestione, aumentando l’informazione per chi frequenta i boschi e il controllo degli animali. Capisco che è difficile dirlo in presenza di una tragedia, c’è una vittima e serve rispetto".

Ora il Tar ha fermato l’abbattimento.

“Sbagliato che decidano i giudici. Questi casi vanno valutati dagli esperti e da chi gestisce il territorio. Se è necessario va rivisto il progetto di gestione dell’orso, Life Ursus, ormai datato. Che comunque considero una conquista ambientale. In Trentino forse andava curato e gestito meglio".

L’orso tende ad aggredire l’uomo?

"No, non siamo cibo buono per loro. Le tragedie, che sono rare, hanno sempre caratteristiche specifiche. L’animale può percepire un pericolo e si difende oppure se c’è una femmina tende a proteggere i cuccioli".

Come evitare guai allora?

"A parte l’informazione sulle norme di comportamento è utile far rumore anche portandosi appresso un campanellino. Nei parchi degli Stati Uniti è obbligatorio dotarsi di uno spray urticante. Loro ci vedono poco, ma ci sentono bene. Il rumore, se non perpescono una minaccia, li allontana".

Che differenza c’è fra gli orsi marsicani dell’Abruzzo e quelli del Trentino?

"I nostri sono di taglia più piccola e secondo uno studio dell’Università di Ferrara sono geneticamente di indole meno aggressiva".

Il lupo è pericoloso per l’uomo?

"Certamente preda gli altri animali per vivere. Ma le aggressioni all’uomo sono rare, anche se non si possono mai escludere e dipende sempre dalle circostanze. Non demonizziamolo, sono più pericolosi i cani randagi".