Carabinieri caserma Levante di Piacenza: 12 anni all'appuntato Montella. Tutte le condanne

Condannati i 5 carabinieri infedeli accusati di spaccio di droga corruzione e tortura, in periodo di lockdown. Pena maggiore per l'appuntato considerato il leader del gruppo. Arma: "Non ci saranno sconti per nessuno"

Tutti condannati i carabinieri della caserma Levante di Piacenza (Ansa)

Tutti condannati i carabinieri della caserma Levante di Piacenza (Ansa)

Piacenza, 1 luglio 2021 - Arrivano le condanne per gruppo di 5 carabinieri della caserma Levante di Piacenza che l'anno scorso, in pieno lockdown, vennero accusati di spaccio di droga e tortura. 

Giuseppe Montella, l'appuntato dei carabinieri considerato il leader dei militari infedeli, è stato condannato a dodici anni di reclusione. La sentenza è stata pronunciata in rito abbreviato dal tribunale. L'accusa aveva chiesto una condanna a 16 anni. 

Condanne anche per gli altri carabinieri sotto accusa: all'appuntato Salvatore Cappellano 8 anni di carcere, all'appuntato Giacomo Falanga 6, al carabiniere Daniele Spagnolo tre anni e quattro mesi, e quattro anni all'ex comandante di stazione Marco Orlando.

Resta da definire la posizione processuale del carabiniere Angelo Esposito che ha scelto il rito ordinario.ù

Un anno fa l'arresto dei 5, e il sequestro della caserma Levante, la prima volta in Italia. Oggi il verdetto contro chi con comportamenti di "eccezionale gravità ha offeso i carabinieri che lavorano in silenzio e con spirito servizio", queste le parole usate dal procuratore capo nella requisitoria dello scorso aprile. 

Il processo nell'aula di Piacenza Expo, trasformata in tribunale per rispettare le norme anti Covid. Il pm Antonio Colonna aveva ricostruito "il sistema Levante", spiegando le responsabilità di tutti gli imputati "accecati dall'arroganza di chi si crede al di sopra delle regole", uomini che hanno messo in piedi un sistema parallelo alla legalità, fatto di menzogne, di sequestri di droga rivenduta poi da spacciatori di fiducia. Ma anche arresti studiati per aumentare le statistiche, di pestaggi che potevano configurarsi come tortura. Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni.  

Arma: "Non ci saranno sconti per nessuno"

In relazione al verdetto l'Arma dei Carabinieri "esprime ancora una volta il proprio dolore su una vicenda molto grave poiché è inaccettabile che i carabinieri possano tenere comportamenti inaccettabili e di gravità inaudita e ledere gli interessi dei cittadini". Il comunicato prosegue: "Con responsabilità accertata, non ci saranno sconti per nessuno. Chi sbaglia pagherà oltre che sul piano penale, anche su quello civile (anche con risarcimento dei danni economici) e disciplinare". La nota sottolinea: "Tutti i militari a giudizio, a suo tempo, furono immediatamente sospesi dal servizio e altri più gravi provvedimenti saranno adottati se ci sarà sentenza definitiva di condanna. L'Arma, nel procedimento in corso, si è costituita parte civile, per rispetto dei cittadini e degli oltre 100 mila carabinieri che ogni giorno lavorano con sacrificio e rischio personale al fianco degli italiani". Il comunicato conclude: "A seguito dei fatti di Piacenza, l'Arma nel rispetto del principio di trasparenza istituzionale, ha fortemente potenziato l'azione di comando a tutti i livelli gerarchici e ha adottato più moderne modalità per accrescere l'efficacia dei controlli. Inoltre è stata costituita una struttura con compiti di audit, per rafforzare la costante attività di verifica sul funzionamento dei reparti sino a livello stazione e sono state adottate ulteriori iniziative per la formazione del personale".