Giovedì 18 Aprile 2024

Carabiniere ucciso, il Gip convalida il fermo dei due americani

Hanno confessato nella notte ma non hanno risposto al Gip. Coltello ritrovato nella stanza dell'hotel. L'omicida: "Non pensavo fosse un militare". Il giallo della foto di uno dei fermati bendato

Carabiniere ucciso, la foto dell'americano bendato in caserma

Carabiniere ucciso, la foto dell'americano bendato in caserma

Roma, 27 luglio 2019 - Sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto per tentata estorsione e omicidio aggravato in concorso i due giovani americani interrogati ieri sera dopo la morte del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, sul corpo del quale oggi pomeriggio è stata effettuata l'autopsia. I due fermati sono Elder Finnegan Lee di 19 anni e Gabriel Christian Natale Hjorth di 18 anni, entrambi californiani e in vacanza nella Capitale. Sono stati rintracciati dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma all'interno di un albergo romano già pronti per lasciare il territorio nazionale. Trovati nella stanza dell'hotel un coltello di notevoli dimensioni sporco di sangue, nascosto dietro a un pannello del soffitto, e i vestiti indossati durante l'aggressione. 

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Su Twitter il ministro dell'Interno Matteo Salvini scrive: "Sperando che l'assassino del nostro povero Carabiniere non esca più di galera, ricordo ai buonisti che negli Stati Uniti chi uccide rischia la pena di morte. Non dico di arrivare a tanto, ma al carcere a vita (lavorando ovviamente) questo sì! #Carabiniereucciso". 

Bendato all'interrogatorio

Intanto sta facendo il giro delle chat sul web una foto che ritrarrebbe bendato Natale Hjort, uno dei due californiani, poi fermato per la morte del vice brigadiere, mentre era bendato in caserma. Nello scatto, di cui non si conosce l'autenticità, si vede il giovane americano a testa bassa, seduto in un ufficio della caserma, bendato e ammanettato, forse in attesa di essere interrogato.

In serata il Comando generale dell'Arma dei carabinieri ha preso "fermamente le distanze dallo scatto e dalla divulgazione di foto di persone ristrette per l'omicidio del Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega". E ha proseguito: "il Comando provinciale carabinieri di Roma sta svolgendo con la massima tempestività accertamenti diretti a individuare i responsabili".

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I due americani hanno confessato

Nella notte hanno confessato entrambi i giovani statunitensi. Interrogati a lungo in caserma dai carabinieri, sotto la direzione dei magistrati della Procura di Roma, davanti "a prove schiaccianti"entrambi hanno ammesso le loro responsabilità. L'autore materiale dell'omicidio è Lee Elder Finnegan (qui la dinamica), che ha detto: "Non pensavo fosse un carabiniere, avevo paura di essere nuovamente ingannato".

Oggi davanti al gip, però, Elder si è avvalso della facoltà di non rispondere. Restano ancora dubbi sulla esatta dinamica degli eventi. "E' un ragazzo di 19 anni provato dalla situazione. Per rispetto del militare è meglio stare in silenzio", ha spiegato fuori dal carcere di Regina Coeli il suo avvocato, Francesco Codini.

In tarda serata il Gip, accogliendo la richiesta della locale procura, ha convalidato il fermo dei due giovani americani: devono rispondere di concorso in omicidio e tentata estorsione

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L'inchiesta: Elder fa uso di psicofarmaci

Si è appreso inoltre che l'accoltaellatore, Elder Finnegan Lee fa uso di psicofarmaci.  Nella stanza di albergo dove alloggiava insieme all'altro fermato, Christian Gabriel Natale Hjort, gli inquirenti hanno rinvenuto un flacone di Xanax, un potente ansiolitico. Chi indaga non esclude che i due avessero assunto alcolici prima di incontrare i due carabinieri in borghese la notte tra il 25 e 26 luglio.

L'autopsia: morto per la forte emorragia

All'istituto di medicina legale del Verano si è conclusa nel pomeriggio l'autopsia sul corpo di Mario Cerciello Rega. L'esame è stato eseguito dal professor Antonio Grande. Presenti anche degli uomini del nucleo investigativo dei carabineri. Mario Cerciello Rega è morto a causa della forte emorragia provocata dalle 8 coltellate. Nel corso del pomeriggio all'istituto di medicina legale del Verano sono arrivati anche alcuni amici di infanzia del militare deceduto e i tre legali nominati dalla famiglia di Mario Cerciello Rega.

I fermati incastrati dalle telecamere

Ad incastrare i due americani sono state le telecamere, ma anche tabulati e celle telefoniche. Oltre infatti alle immagini delle telecamere che li hanno ripresi "nella fase preliminare" - quindi nella zona di piazza Mastai dove è avvenuto il furto e nell'hotel di Prati nella fase successiva alla morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega - anche i tabulati e le celle telefoniche sugli apparecchi cellulari. 

Il dipartimento di Stato Usa

In una breve dichiarazione alla Cnn, il Dipartimento di stato Usa ha detto di essere a conoscenza degli arresti dei due cittadini americani per l'omicidio a Roma del brigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega. "Siamo pronti a fornire tutti i servizi consolari appropriati nei casi in cui cittadini statunitensi sono detenuti o arrestati all'estero", ha aggiunto il Dipartimento di Stato.

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La moglie: ergastolo per i responsabili

"Voleva diventare padre, invece non ha avuto il tempo di fare niente. I responsabili meritano l'ergastolo", ha detto la moglie, Rosa Maria Esilio, 33 anni, in un'intervista al quotidiano Il Mattino. "La vita è ingiusta. Cosa mi aspetta? Non lo so, vorrei solo che tornasse a casa. Conoscevo i pericoli che correva, gli dicevo 'ti prego, devi tornare sempre a casa'. E lui me lo aveva promesso". 

Di Maio: lo Stato si faccia esame di coscienza

"Io non so di chi sia la colpa, questo non sono io a doverlo stabilire. Oggi c'è un Paese che piange un suo militare, un uomo d'onore, un uomo buono, una persona perbene, che aveva dedicato la sua vita alla giustizia e alla legalità. Un uomo impegnato anche nel volontariato, che era sempre al servizio di chi ha più bisogno. Ma si è ritrovato a combattere da solo e non ce l'ha fatta", ha scritto oggi su Facebook Di Maio. "Mario non se ne doveva andare. E oggi lo Stato deve farsi un grande esame di coscienza", aggiunge.

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Il sindaco di Somma Vesuviana: assassini marciscano in galera

Durissimo il sindaco di Somma Vesuviana, paese dove è nato il vicebrigadiere ucciso. "Spero marciscano in galera per sempre e chiedo alle autorità giudiziarie di essere quanto più intransigenti possibile con questi individui che hanno ucciso un giovane d'oro", ha detto Salvatore Di Sarno.