Mercoledì 24 Aprile 2024

Carabiniere ucciso, il gip: il collega con Brugiatelli un'ora prima della chiamata al 112

L'ordinanza: "I due americani senza autocontrollo". Il californiano Elder ai pm: "Cerciello non ha mai estratto la pistola". Il collega Varriale: "Mario mi disse: 'mi hanno accoltellato'"

Il carabiniere Andrea Varriale (a sx), collega di Mario Cerciello Rega (Ansa)

Il carabiniere Andrea Varriale (a sx), collega di Mario Cerciello Rega (Ansa)

Roma, 29 luglio 2019 - Mentre migliaia di persone hanno dato l'ultimo saluto al carabiniere ucciso a Roma, emergono i dettagli dell'ordinanza di custodia cautelare del gip Chiara Gallo per Elder Finnegan Lee e Gabriel Christian Natale Hjorth, presunti responsabili (a vario titolo) dell'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.

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Il carabiniere Andrea Varriale era a Trastevere un'ora prima del vicebrigadiere accoltellato a morte nella notte tra giovedì e venerdì scorso. "Dall'annotazione di Varriale emerge che poco tempo prima di ricevere l'incarico di effettuare l'operazione in abiti civili volta al recupero dello zaino rubato a Brugiatelli, all'1.19 era intervenuto in piazza Mastai su ordine del maresciallo". L'intervento era partito "per la ricerca di un soggetto che si era sottratto all'identificazione dandosi alla fuga dopo aver consegnato ai militari un involucro di colore bianco contenente una compressa di tachipirina", è scritto nell'ordinanza del gip. 

"Sul posto - continua il gip - veniva identificato Sergio B. che riferiva di essere stato vittima di un borseggio operato da due persone che dopo il furto si allontanavano a piedi in direzione lungotevere altezza ponte Garibaldi. Precisava inoltre che all'interno della borsa che gli avevano asportato era presente il suo cellulare, documenti ed altri effetti personali. Al momento gli operanti invitavano Sergio B. a sporgere denuncia presso un qualsiasi ufficio di polizia e riprendevano il normale servizio". 

Gli americani e "l'assenza di autocontrollo"

Riguardo ai due americani fermati, le loro condotte "testimoniano la totale assenza di autocontrollo e capacità critica evidenziandone la pericolosità sociale", è sempre scritto nell'ordinanza, dove viene sottolineata la "totale incosapevolezza del disvalore delle proprie azioni come apparso evidente anche nel corso degli interrogatori durante i quali nessun dei due ha dimostrato di aver compreso la gravità delle conseguenze delle loro condotte, mostrando una immaturità eccessiva anche rispetto alla giovane età".

L'arma che ha ucciso il vicebrigadiere è un "coltello a lama fissa lunga 18 centimetri tipo 'Trench knife' Ka-Bar Camillus con lama brunita modello marines con impugnatura di anelli di cuoio ingrassato e pomolo in metallo brunito". 

Il racconto del carabiniere Varriale

Particolari sulla dinamica che ha portato alla morte del carabiniere emergono anche dal racconto del collega di Cerciello, Andrea Varriale, contenuto sempre nell'ordinanza del gip: "Prima di accasciarsi ha detto mi hanno accoltellato", è la frase citata dal gip.

"Mentre i due soggetti si davano alla fuga in direzione via Cesi notavo Cerciello che perdeva moltissimo sangue dal fianco sinistra all'altezza del petto", sono ancora le parole di Varriale. 

"Contattavo immediatamente la centrale operativa per richiedere i soccorsi - è la versione del carabiniere - e in attesa del loro arrivo tamponavo le ferite riportate dal collega. Nel frattempo, notavo sopraggiungere sul luogo del fatto anche altre pattuglie sia dell'Arma che della Polizia di Stato. Il personale medico giungeva sul posto dopo circa 15 minuti e iniziava le operazioni di soccorso". "Oltre all'ambulanza - si legge nel verbale -, dopo circa 7/8 minuti giungeva anche un'auto medica dopodiché il vicebrigadiere Cerciello veniva trasportato verso il nosocomio Santo Spirito". 

Elder: Cerciello non ha mai estratto la pistola

Nuovi particolari emergono anche sulla colluttazione del 19enne Finnegan Lee Elder con il vicebrigadiere, raccontati dal californiano nel corso dell'interrogatorio con i magistrati e citati nell'ordinanza di custodia cautelare. "Mentre mi teneva fermo non ha mai estratto la pistola", ha detto Elder. "Elder - spiega ancora il giudice - ha ammesso di avere continuato a colpire la persona che lo aveva fermato sino a quando non aveva lasciato la presa sul suo corpo e che, quando aveva cominciato a colpire, l'uomo aveva urlato". 

"Tutte queste circostanze escludono che Elder non abbia compreso che i due (carabinieri, ndr) che tentavano di fermarlo fossero dei poliziotti (d'altro canto l'intervento della polizia durante il compimento di un'azione delittuosa come quella che gli stessi stavano ponendo in essere non poteva essere ritenuta una circostanza imprevedibile), dall'altro appaiono comunque del tutto incompatibili con i presupposti della legittima difesa, posto che le coltellate al torace sono state sferrate contro un uomo disarmato ("mentre mi teneva fermo non ha mai estratto la pistola"), che evidentemente già dopo i primi colpi era in difficoltà, in assenza di una vera e propria aggressione (come dimostrato dall'assenza di alcun tipo di segni sulle persone degli indagati) e durante il compimento di una azione delittuosa per la cui riuscita Elder si era premurato di presentarsi armato di coltello".