Giovedì 25 Aprile 2024

Capuano: la mia frase sulle checche è infelice ma non volevo offendere nessuno. Ho rispetto per tutti

Caso nazionale sulla frase dell'allenatore amaranto dopo la sconfitta di Alessandria. Lui: volevo solo dire che serve più grinta, frainteso / L'ALLENATORE: "NON VOGLIO CHECCHE IN CAMPO". ASCOLTA L'INTERVISTA

Eziolino Capuano

Eziolino Capuano

Arezzo, 4 novembre 2014 -  "NON VOGLIO CHECCHE IN CAMPO".  La frase del tecnico dell'Arezzo Eziolino Capuano, che fa il paio con le uscite politicamente scorrette di cui furono a suo tempo protagonisti il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio (contro i calciatori immigrati) e di Antonio Cassano (ancora contro i gay, definiti "froci") ha fatto scoppiare la polemica. Anzi, una vera e propria bufera mediatica che è arrivata anche a livello nazionale, sui siti internet dei grandi quotidiani e persino alle radio, che rimandano come un tormentone la registrazione delle parole dell'allenatore amaranto subito dopo la sconfitta con l' Alessandria. 

Il tecnico amaranto ha parlato in conferenza stampa:  "Ribadisco che non volevo offendere nessuno. La mia è stata una frase sicuramente infelice ma non pensavo nemmeno lontanamente a offendere i gay o nessuno. Sono in perfettissima buona fede. Se qualcuno in ogni caso si è offeso per la mia espressione che le checche non possono giocare al calcio, allora chiedo scusai. Purtroppo ero arrabbiatissimo al termine di una partita persa in modo assurdo, per un errore inconcepibile nei minuti finali della partita".

Ancora Capuano: "Io non sono un ipocrita, ho un carattere particolare. Otto anni fa dissi che chi vendeva o comprava le partite andava messo nei forni crematori. Si scatenò la reazione della comunità ebraica ma lungi da me offendere gli ebrei a cui va il massimo rispetto". 

"Volevo dire - insiste Capuano - che il calcio è un gioco dove bisogna lottare, per checche intendevo giocatori che mollano troppo presto, non era assolutamente riferito agli omosessuali. Io rispetto tutti, ci mancherebbe altro. Ero troppo arrabbiato per aver perso in quel modo, è il mio carattere, a volte in certe circostanze si possono dire frasi per cui si può essere fraintesi. Francamente non pensavo di provocare la reazione di qualcuno, mi dispiace veramente». Capuano ha anche detto che qualcuno, con chiaro riferimento all'attaccante Montini che col suo errore ha causato la ripartenza da cui è nato il gol dell'Alessandria: "Dovrebbe andare a lavare i panni o pettinare le bambole".

Ancora Capuano: «Mi sono arrabbiato tantissimo con alcuni miei giocatori, in particolare con Montini. Accetto gli errori classici, non ho mai rimproverato e non rimprovererò mai un calciatore per un gol sbagliato o altro, ma gli errori come quello di Montini che è voluto andare uno contro uno, perdendo palla e innescando un contropiede micidiale dell’Alessandria che ci è costato gol e sconfitta dopo una partita di sofferenza in cui avevamo resistito stoicamente». Ieri il tecnico e il giocatore hanno parlato e sembra si siano chiariti.

Intanto Cristina Betti, presidentessa dell'Arcigay di Arezzo sostiene: "Vanno bene le scuse, ma quella di Capuano resta una frase infelice, omofoba, anche se detta nell'impeto e nella rabbia dopo una sconfitta. Dichiarazioni gravissime, non è certo il solo episodio che accade pure nello sport. Ma inviteremo il tecnico e la squadra a una nostra iniziativa".

Eh sì, perchè in un colpo solo, negli spogliatoi di Alessandria, Capuano, noto gaffeur (quest'estate si era fatto sorprendere a bestemmiare durante una conferenza stampa), è riuscito a fare il pieno del politicamente scorretto. Non solo contro i gay ma anche contro le donne. L'allenatore, invitando il suo centravanti ad andare a fare il bucato, ha sostanzialmente sottinteso che questa fosse un'attività da femminuccia, non da machi come quelli che lui vuole in campo. Chissà come saranno contente le femministe.

L'uscita del tecnico campano è la metafora della cultura che ancora regna nel mondo del pallone nazionale, dove neri, immigrati, donne e omosessuali non hanno diritto di cittadinanza. Si veda la frase del presidente Tavecchio su Opti Babà, il calciatore di fantasia giunto in Italia mangiando banane e nutrito dal calcio italiano, che si è trasformata in uno scandalo mediatico ed è costata a chi l'aveva pronunciata anche una squalifica internazionale.

In precedenza ci aveva pensato Cassano con una delle sue mitiche "cassanate", alla vigilia degli Europei 2012. Gli chiesero cosa pensasse dei gay e lui rispose che non aveva niente contro i "froci". Anche allora polemiche a non finire e scuse del campione di Barivecchia. Ma la cultura di fondo non deve essere cambiata, se due anni dopo Capuano torna alla ribalta prendendosela con le "checche". A livello tecnico, Capuano ha ribadito che "Il nostro unico obiettivo è la salvezza. Alla fine la forbice fra evitare i play-out e finirci dentro sarà di uno-due punti. Ripescati in extremis, dovendo ricostruire la squadra, finora abbiamo fatto 16 punti, un miracolo, non so quanti tecnici ci sarebbero riusciti. Siamo sempre in emergenza, dovremo soffrire soprattutto fino a gennaio sperando che a quel momento la classifica non sia precaria. Rinforzeremo l'organico e faremo un mini ritiro. Ma intanto pensiamo alla difficilissima partita di venerdì con il Venezia, squadra che vale molto più degli attuali 13 punti".

Intanto è saltata la trattativa con l'attaccante uruguaiano Chevanton, ex Lecce, Monaco, Siviglia, Qpr. Capuano ha riferito che Chevanton almeno fino a gennaio non vuole allonatnarsi dalla famiglia e che la moglie ha avuto un ruolo importante sulla decisione.