Mercoledì 24 Aprile 2024

Capitano Kirk, missione compiuta Quando la fantasia incontra la realtà

Il 90enne William Shatner è volato nel cosmo, proprio come il protagonista di Star Trek che ha interpretato

Migration

di Viviana

Ponchia

Attenti alla fantasia: quando si attacca addosso non molla più la presa. Molto tempo fa, il Capitano Kirk si domandava, ignaro delle conseguenze della propria tracotanza: "Come può la storia evitare di fare i conti con quelli come me?". Infatti. C’è voluto quasi mezzo secolo, ma poi è stato un attimo passare dalla fantasia alla storia: da ieri pomeriggio, a 90 anni, è ufficialmente l’uomo più anziano mai andato nello spazio. Un furto ai danni di Wally Funk, pivello di 82, che a luglio ha affrontato lo stesso viaggio in compagnia di Jeff Bezos.

Un’operazione di marketing tirata per i capelli, vista l’età di William Shatner che ancora porta la sua faccia? Kirk ha sempre avuto una risposta per tutto: "Un genio non segue mai uno schema prestabilito. Forse che Einstein, o Kazanga o Sitar su Vulcano hanno formulato nuove teorie secondo un programma preciso? Non puoi dire oggi farò qualcosa di geniale. L‘essenziale è arrivare". È arrivato, atterrando leggermente in ritardo nel deserto texano.

"Tutti nel mondo devono farlo, devono vederlo – ha balbettato commosso all’apertura del portellone –. Osservare il blu del cielo diventare oscurità è stato toccante". È proprio il Capitano Kirk che parla, come se a quell’oscurità non avesse ancora fatto l’abitudine.

Un bambino per la prima volta al cospetto del mare, malgrado il curriculum che racconta di James Tiberius Kirk, nato nello Iowa il 22 marzo 2233, al timone della Enterprise dal 1966. Un viandante perso per 40 anni fra le stelle con gli occhi dorati di William Shatner, al quale la vecchiaia non ha tolto né il coraggio né il senso dell’umorismo.

"Sembra che ci sia una grande curiosità per questo personaggio immaginario, il Capitano Kirk, che va nello spazio. Quindi andiamo avanti e godiamoci il viaggio". Fare finta che non sia importante, minimizzare. Ma lo ha fatto davvero. Per dieci minuti ha incrociato se stesso oltre l’immaginaria linea di Kàrman, in volo suborbitale a cento chilometri dalla terra. Realtà e fantasia fuse assieme, una collisione di mondi.

Gli esseri umani devono rispettarsi, spogliarsi di ogni avidità e non fare la guerra, suggeriva da ogni sequenza Star Trek, la saga che ha rivoluzionato il modo di guardare la televisione e l’immaginario pop. Oggi il sogno vola sempre alto, ma un po’ più basso: mettere l’esplorazione spaziale alla portata di tutti. E lui è salito a bordo della capsula Blue Shepard per confermarlo, mentre i fan altrettanto longevi si scioglievano dalla commozione durante la diretta streaming. L’astronave di allora era un’altra cosa. "All’Enterprise ho dato tutta la mia vita – confessò un giorno – È come una donna, una donna viva da toccare e da possedere". Cambia la nave, lo spazio rimane quello. Così come il rischio e la ricerca restano "il nostro mestiere". E resta intatta, gli piaceva dire allora, la possibilità di "andare alla scoperta di strani e nuovi mondi per giungere là dove nessun uomo è mai stato finora".

Le astronavi di Bezos fanno il miracolo e ridanno forma all’universo di Star Trek, rifugio utopico per terrestri alienati. E i "trekker", gli adoratori bamboccioni, impazziscono. Il 20 dicembre del 1986, Shatner partecipò al Saturday Night Live e interpretò se stesso ospite di una loro convention. Era un pubblico di disadattati sovrappeso, interessati solo ai viaggi interstellari e lui tirò fuori una battuta storica: "Get a life!" (fatevi una vita). Non lo direbbe più: quella è la vita. Ed essendo rientrato nella parte, ai fan ricorderebbe la battuta altrettanto celebre del vero Kirk: "Non ho affrontato la morte, l’ho ingannata. Sono riuscito a giocarla, la morte, e mi sono compiaciuto per la mia scaltrezza".