Caos migranti Biden non fa meglio di Trump

Cesare

De Carlo

Ma allora cos’è cambiato nella politica migratoria degli Stati Uniti? Niente. O meglio tutto, ma in peggio. Un anno e mezzo fa il democratico Joe Biden aveva promesso una svolta ‘umana’ alla frontiera con il Messico. Bloccò la costruzione del muro e ordinò una riduzione delle detenzioni e delle deportazioni. Ieri con la scoperta di oltre 50 latino americani arrostiti dentro un camion, gli americani si sono accorti che forse sarebbe stato più umano completare l’opera del repubblicano Trump. Maggiori controlli, meno tentativi d’ingresso, meno tragedie. Dove il muro non è arrivato, lungo il Rio Grande, ogni notte entrano in Texas migliaia di migranti che in America vengono chiamati illegali o clandestini. Molti annegano. I superstiti sono catturati dalle Border Patrols e internati in campi simili a lager più che a istituti di accoglienza. Ecco qualche cifra per avere un’idea dell’invasione. Nel solo mese di aprile ne sono arrivati 234 mila. Da quando Biden è alla Casa Bianca 3 milioni. Più della metà sono stati rispediti indietro, in Messico e negli altri piccoli Paesi dell’America. Ma a centinaia di migliaia scappano mentre attendono l’autorizzazione a rimanere. I narco-trafficanti si sono riciclati in trafficanti di disperati disposti a pagare qualsiasi prezzo pur di realizzare il sogno americano. Ovviamente entrano anche i ‘’muli’’ della droga. Contrabbandano milioni di pillole di Fentanyl, cinquanta volte più devastante dell’eroina. L’anno scorso – rivela il Wall Street Journal – il solo Fentanyl ha causato 100 mila morti fra i giovani americani. Ai quali vanno aggiunte le vittime delle varianti Covid maturate oltre confine. Dice Greg Abbott, governatore del Texas: i morti del camion ce li ha sulla coscienza Biden. Dice Ted Cruz, senatore repubblicano: in Ucraina ci battiamo per l’inviolabilità delle frontiere, in casa nostra le frontiere sono un colabrodo, un altro fallimento di questo presidente.

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