Caos mascherine, il Tar fa melina. Imbavagliati ai seggi e alla maturità

Ci toccherà indossarle quando voteremo domenica. E dovranno portarle i ragazzi durante gli esami, anche di terza media

Le regole sulle mascherine

Le regole sulle mascherine

Roma, 8 giugno 2022 - Che brutta fine le mascherine. Mai tormentone di Sanremo fu più azzeccato. Mentre l’ondata di caldo soffocante di questi giorni fa scivolare sotto al mento la Ffp2 degli autisti degli autobus, la questione dei dispositivi di protezione individuale accende il dibattito politico mostrando tutte le sue incongruenze. Al centro il nodo della scuola, dei trasporti ma anche l’obbligo ai seggi in vista del referendum sulla giustizia del prossimo 12 giugno.

Costa: "Mascherine al chiuso, via l'obbligo dal 15 giugno"

Se con l’attenzione concentrata sulla guerra in Ucraina e l’arrivo dell’estate il Covid è sparito dai riflettori, a ricordarci della pandemia ci sono loro, le mascherine, che vanno ormai indossate a intermittenza. Tanto che da efficace strumento di prevenzione del contagio sono diventate un fastidioso, e in molti casi antigienico, accessorio che si tiene accartocciato in tasca o in borsa perché "da qualche parte ancora serve". Nel buio dei cinema, dove un controllo è pressoché impossibile, chi la indossa si conta sulle punte della dita, anche perché pop-corn e bibite danno diritto all’esenzione. Durante i convegni, anche se vige l’obbligo nelle sale al chiuso, non la indossa praticamente più nessuno e la cosa non sembra destare scandalo. Nelle discoteche, nei negozi, nei bar e negli stadi gremiti di migliaia di persone per partite o concerti non va indossata.

Lo stesso vale per i luoghi di lavoro pubblici ma non per quelli privati dove continua a essere necessaria la chirurgica.

Roccaforte delle Ffp2 rimangono i trasporti, mentre la scuola dal primo maggio è un bastione della chirurgica. Ieri in camera di consiglio, davanti alla terza sezione quater del tribunale amministrativo, è stato discusso il ricorso proposto dal Codacons per sollecitare la sospensione – e il successivo annullamento in sede di giudizio di merito – dell’ordinanza con la quale il ministero della Salute il 28 aprile scorso ha disposto l’obbligo per gli studenti d’indossare la Ffp2 negli istituti fino alla fine dell’anno scolastico (che dal primo maggio è diventato di fatto obbligo della chirurgica), comprendendo quindi anche gli esami di Stato. Attesa già oggi la decisione del Tar – secondo quanto si apprende – arriverà nei prossimi giorni con una sentenza in forma semplificata.

Sfumata, dunque, l’ipotesi di una fine dell’anno scolastico senza mascherine, visto il termine tra oggi e venerdì delle lezioni in presenza, rimane la questione degli esami di maturità e di terza media. L’impugnativa del Codacons è incentrata sul fatto che nel provvedimento si prevede l’obbligo di mascherina a scuola, "senza che tale obbligo sia previsto anche per i lavoratori in genere". Dal canto suo il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi nei giorni scorsi ha ribadito "toglieremo le mascherine quando riterremo che il nostro vicino sarà al sicuro".

Sul punto, dopo il Codacons, annuncia battaglia anche la Lega. "È un’enorme fesseria che ci siano mascherine per bimbi e insegnanti, penso che non ci sia nessun criterio scientifico, con 30 gradi, per costringere insegnanti e studenti al bavaglio, anzi fa male. Noi facciamo ricorso come Lega al Tar, – ha detto Salvini a Skuola.net – per la maturità e le elezioni di domenica prossima, perché se dimentichi la mascherina al seggio ti rimandano a casa. Le mascherine in classe e al seggio sono una perversione ideologica". Sulla stessa linea il virologo Matteo Bassetti che ha definito le mascherine a scuola "una stupidaggine" e l’obbligo dei dispositivi per gli elettori "la peggiore decisione presa dall’inizio del Covid".

In vista del 15 giugno, data in cui decade l’obbligo delle mascherine previsto dal decreto Riaperture, il governo risulta diviso sulla proroga delle Ffp2 sui mezzi di trasporto con il ministro della Salute, Roberto Speranza che propende per il sì. Nel mezzo, tra obbligo e libero arbitrio, rimane la zona grigia delle ‘raccomandazioni’ che fa da contraltare all’allerta per la variante Omicron 5. Un appello al buon senso che sa di scarico di responsabilità.