Mercoledì 24 Aprile 2024

Caos Kabul, spunta la minaccia Isis L’America ha paura dei kamikaze

Allerta ai cittadini Usa da evacuare: non venite in aeroporto. Folla di afghani assedia lo scalo: tre vittime

Migration

di Alessandro Farruggia

Nel caos totale dell’aeroporto di Kabul, circondato da ben oltre 10 mila afghani che cercano in ogni modo di essere evacuati, è giunta ai servizi americani la credibile notizia ("una minaccia specifica e concreta") che la filiale afghana dell’ISIS (IS-KP, Islamic State-Korasan Province) avrebbe minacciato un attacco terroristico con autobomba mirato a colpire possibilmente gruppi di occidentali, altrimenti cittadini afghani che cercano di andarsene dal Paese e quindi visti come traditori. Sarebbe questo il motivo che ha portato l’ambasciata americana a mandare ieri un alert di sicurezza urgente. "A causa di potenziali minacce alla sicurezza a ridosso degli ingressi dell’aeroporto di Kabul – è scritto nella mail – consigliamo ai cittadini americani di evitare in questo momento di recarsi all’aeroporto e alle uscite dell’aeroporto a meno di non aver ricevuto istruzioni personali da rappresentanti del governo americano".

L’ambasciata chiede anche agli americani che ancora si trovano in Afghanistan di "prestare attenzione a ciò che li circonda in ogni momento, in modo particolare quando si trovano in mezzo alla folla". IS-KP è, a differenza di al Qaeda, acerrima nemica dei talebani, con i quali combatte da due anni nelle province orientali dell’Afghanistan. Mettendo a segno un attacco contro l’aeroporto dimostrerebbe che i talebani non controllano la capitale, darebbe fiato alla sua narrazione che i talebani sono diventati collaborazionisti degli americani. Da notare che i talebani avrebbero nei giorni scorsi ucciso, nel carcere di Pul i Charkhi, dove era detenuto, Abu Omar Khorasani, ex figura di spicco di IS-KP, arrestato dai governativi nel maggio 2020. E il nuovo capo della colonna afghana di Daesh ha promesso vendetta. Oltre ad invitare gli americani a muoversi verso l’aeroporto solo in coordinamento con le proprie autorità, le forze armate americane hanno scelto ieri di andare a prendere con tre grossi Chinook – elicotteri da trasporto – un gruppo di 169 connazionali che si trovava nei pressi dell’ingresso nord, vicino al Baron Hotel, bloccato dalla folla. Era un target perfetto e così sono stati “estratti“ dai marines e trasportati al sicuro con gli elicotteri.

A conferma che dietro l’allarme ci sono i terroristi dello Stato Islamico la Casa Bianca ha fatto sapere che ieri il presidente Biden ha visto il team della sicurezza nazionale "per discutere di operazioni antiterrorismo, anche contro l’IS-KP". Si sta comunque trattando con i talebani per autorizzare i soldati americani e degli altri Paesi della coalizione a entrare in altre parti di Kabul per raccogliere gli americani e le altre persone autorizzate all’espatrio. Da notare che nella calca attorno all’aeroporto sarebbero morte ieri da tre a cinque persone, e molti sarebbero i feriti, mentre per i colpi sparati in aria dai talebani per controllare la folla ci sarebbero una decina di feriti. Il ritardo nella messa in sicurezza degli afghani ha anche una ricaduta negativa di un altro tema: le armi americane finite in mani talebane. Tra queste ci sono 150 elicotteri (tra le quali Black Hawk, Md530 Usa e Mi17 sovietici) e 23 aerei da attacco al suolo A29 forniti alle forze armate afghane. Il Pentagono starebbe valutando attacchi aerei per distruggerli, ma fino a che l’evacuazione è in corso non se ne parla, e il Dipartimento di Stato è comunque contrario.

Certo è che i talebani fanno trasparire ogni giorno il fatto che il volto “moderno“ che cercano di presentare è solo una facciata. Nella provincia di Herat, il mullah Farid, capo dell’istruzione superiore dell’Emirato Islamico afghano, che rappresentava i talebani, ha sostenuto che "la co-educazione tra studenti di sesso maschile e di sesso femminile deve cessare subito perché questo sistema è la radice di tutti i mali nella società". "Le studentesse – ha sostenuto il mullah emettendo una sorta di fatwa – potranno continuare a frequentare le università ma i loro docenti potranno essere solo docenti donne o uomini anziani virtuosi". Le università pubbliche di Herat hanno detto che applicheranno la fatwa, separando i corsi di studio, mentre quelle private hanno risposto che non hanno le risorse e chiuderanno alle studentesse. Per la gioia dei talebani. L’oscurantismo avanza.