Caos decreto, le regole sono un rompicapo Il paradosso: ressa nelle vie dello shopping

Chiusa via del Corso a Roma, paralizzati i centri delle grandi città. E sui social scattano le critiche al premier: "Altro che Natale tranquillo"

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di Claudia Marin

Se l’obiettivo del nuovo decreto di Natale era evitare gli assembramenti, la missione per ora è fallita. Molti italiani hanno trovato confusionario il calendario dei divieti e per non sbagliare si sono precipitati a fare gli ultimi acquisti. Il risultato? Le immagini delle calche che abbiamo visto ieri (e quelle prevedibili di oggi) nelle strade dello shopping parlano da sole. Tanto che in via del Corso e piazza Navona, nella Capitale, si è dovuto correre ai ripari con le transenne. Così come a Napoli, al Vomero, a Milano nella zona di corso Como e in piazza Duomo, a Bologna, a piazza Maggiore e dintorni. Eppure, come scrivono in tanti sui social a Conte, "l’Italia non è fatta solo di città, nei paesi piccoli non si creano assembramenti". Ma dovranno restare ugualmente chiusi.

E su Facebook, sotto la diretta di Giuseppe Conte sul decreto di Natale, oltre 113mila commenti trasudano, nella stragrande maggioranza, irritazione, delusione, sfiducia, oscillando tra la protesta per le promesse tradite (il "chiudiamo oggi" di ottobre "per salvare il Natale"), la rabbia per le chiusure last minute, l’incredulità per il caos generato dalle ultime regole considerate, non a torto, incomprensibili, e l’ironia sarcastica.

Ma, come se non bastasse, il provvedimento è arrivato proprio alla vigilia del weekend dell’ultimo shopping e dell’esodo finale, prima dello stop ai movimenti tra regioni che scatta domani, e prima dell’Italia zona rossa che scatta il 24. E il risultato è stato paradossale: da un lato la stretta prossima ventura che ha fatto imbestialire gli italiani principalmente per la confusione e la intempestività delle regole, dall’altro la corsa immediata e selvaggia all’acquisto finale, intasando le vie dei negozi e dei bar (prima della chiusure pomeridiana anticipata di questi ultimi) del centro di Roma, Milano (dove la metro hanno chiuso i tornelli di diverse stazioni per 300 volte al fine di evitare assembramenti), Bologna, Firenze, o al viaggio in extremis in autostrada o in treno.

Quel che è certo è che il decreto dell’Italia zona rossa si è rivelato un vero e proprio boomerang per il governo e per il presidente del Consiglio. Basta fare un giro sui social, tra la pagina del premier, i forum dedicati ai dpcm, le altre pagine su argomenti connessi, per rendersi conto della valanga di commenti negativi piovuti nelle ultime ore nei confronti dell’inquilino di Palazzo Chigi.

Al primo posto delle ragioni della protesta compare l’argomento delle promesse tradite di Conte. "Ti ricordi che cosa avevi detto a ottobre: chiudiamo per avere un sereno Natale, fate sacrifici… noi li abbiamo fatti e ora? Basta prese in giro". Lo scrivono in centinaia, cittadini delusi che incalzano: "Non sei più credibile sono dieci mesi che parli di decisioni sofferte e nessuna di queste ha dato esito sperato". E ancora, tra invocazioni ai giudici perché intervengano a difesa della Costituzione, implorazioni alla Merkel perché si prenda cura dell’Italia e polemiche per mancati ristori e ritardi nella cassa integrazione, la conclusione è secca: "Stai affondando l’Italia".

Non meno gettonato il versante dei paradossi e delle contraddizioni delle limitazioni varate l’altro giorno. "Vi lamentate – si legge in centinaia di post – degli assembramenti, ma siete voi che avete invitato a spendere con il cashback oggi e, ad agosto, a andare in vacanza con il bonus vacanze".

E c’è di più. Più per l’immediato è un profluvio di domande e di amaro sarcasmo. "È consentito ospitare massimo due persone dalle 5 alle 22, ma chi cavolo si alza alle 5 per aprire alle persone". "Cioè, i genitori si possono portare appresso con sé i figli fino a 14 anni e gli altri li lasciano a casa da soli? Ma come vengono concepite queste norme?". "Mi metti alla sbarra a 74 anni a Natale e Capodanno senza il conforto di nessuno". Fino all’apparentemente simpatica notazione: "Presidente, la supplico, zona rossa dal 24 al 27 vuol dire che devo stare a casa di mia suocera dal 23 al 28. Si metta una mano sulla coscienza".