Cantone indaga sul mercato dei vaccini. I Nas da Arcuri e in Veneto

Il pm di Perugia fa luce sul commercio parallelo delle dosi. Sotto accusa un intermediario che offrì all’Umbria il siero di AstraZeneca

Raffaele Cantone, 57 anni, è il procuratore di Perugia dal giugno scorso

Raffaele Cantone, 57 anni, è il procuratore di Perugia dal giugno scorso

Un mercato parallelo e milionario dei vaccini per rifornire direttamente le Regioni, anche attraverso canali esteri? È l’ipotesi su cui sta lavorando la procura di Perugia dopo che un commercialista di Messina si è spacciato come intermediario di AstraZeneca per la vendita delle dosi alla Regione Umbria, e non solo. I carabinieri del Nas – guidati dal procuratore capo, Raffaele Cantone – hanno acquisito presso la struttura commissariale di Domenico Arcuri, all’Agenzia italiana del farmaco e alla Regione Veneto i documenti di approvvigionamento dei vaccini attualmente sul mercato, le modalità di distribuzione alle Regioni e le istanze inoltrate ai fini dell’approvvigionamento diretto.

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Gli accertamenti, in particolare, mirano a verificare l’ipotesi dell’esistenza di una possibile rete di cui faceva parte il commercialista siciliano, incensurato e non conosciuto come truffatore di basso cabotaggio, ma attualmente indagato per tentata truffa e sostituzione di persona. Il materiale acquisito, insieme all’esito delle perquisizioni svolte nell’abitazione e nello studio del fantomatico intermediario, compresi i tabulati telefonici del cellulare, sono ora al vaglio dei militari della salute per tracciare i contatti del professionista. Tutto inizia il 28 gennaio scorso quando il commercialista prende contatti con Palazzo Donini, sede dell’esecutivo umbro ora alle prese con il terrore-varianti, e si dice in grado di fornire i vaccini di AstraZeneca che saranno approvati proprio il giorno seguente da Aifa. La Regione Umbria però intuisce che c’è qualcosa di anomalo nell’offerta e informa i Nas del tenente colonnello Giuseppe Schienalunga. Di lì l’avvio di un’indagine che porta alla denuncia del quarantenne.

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Ma la partita-vaccini è ben più ampia, non solo a livello nazionale. Man mano che passano i giorni e le Regioni lamentano forniture a singhiozzo per immunizzare la popolazione, si fa strada l’ipotesi di un mercato parallelo e di un possibile rifornimento diretto di cui iniziano a parlare i governatori contattati da vari intermediari. Lo stesso Luca Zaia – e di lì le acquisizioni anche in Veneto – ha più volte ribadito di essere in grado di acquistare 27 milioni di vaccini e di farsi capofila di una fornitura di massa per accellerare la campagna fai-da-te. Dosi aggiuntive alle quali si sono detti interessati anche Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, e pure l’Umbria. Ma l’acquisto in autonomia rischia di trasformarsi in un nuovo fronte di scontro tra le Regioni e il governo che deve dare il via libera. "Sono proposte sul mercato europeo – aveva spiegato in merito Zaia – . Abbiamo chiesto le offerte per iscritto. Nel frattempo abbiamo scritto all’Aifa; ci ha risposto di parlare con Arcuri" aggiungendo di aver ricevuto offerte "tramite intermediari sul territorio europeo, su vaccini autorizzati da Ema".

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Stando agli accertamenti dell’Arma non risultano contatti diretti, almeno al momento, tra il commercialista e il Veneto, mentre i Nas hanno già tracciato analoghi tentativi di intermediazione tra l’indagato e altre regioni del sud Italia. In alcuni casi – secondo quanto si apprende da fonti investigative – i rapporti di intermediazione per l’acquisto sarebbero stati in una fase più avanzata, rispetto al tentativo umbro subito abortito. Ora gli investigatori vogliono capire se e chi ci fosse dietro al commercialista dopo che AstraZeneca si è dissociata pubblicamente dai rapporti con l’indagato. La cartina di tornasole, per verificare se dovessero profilarsi irregolarità, sarà innanzitutto la modalità di approvvigionamento dei vaccini, il quadro normativo-contrattuale vigente a livello nazionale ed europeo, le modalità e i criteri per la distribuzione tra regioni. Da giorni le case farmaceutiche di Pfizer e AstraZeneca sottolineano di non aver previsto per il momento la fornitura del proprio vaccino al mercato privato.