Catania, pitbull legato con lo scotch: salvato da vigili del fuoco e Lav

Aveva zampe posteriori e museruola fissate con il nastro adesivo

Il cane salvato a Catania (foto vigili del fuoco di Catania)

Il cane salvato a Catania (foto vigili del fuoco di Catania)

Catania, 7 novembre 2021 - L'hanno ribattezzata Nera, come il suo colore. Perché non si sa nulla della storia di questo pitbull femmina, o meglio la sua storia era fin troppo visibile, a chi l’ha visto vagare in una strada di Catania, via Pisacane, abbastanza centrale ma non di grande passaggio. Racconta la crudeltà che le ha inflitto l’uomo.  “Quando l'abbiamo trovata aveva le zampe posteriori legate con il nastro adesivo. Sulla bocca una museruola,  fissata anch’essa con lo schotch”, racconta il caposquadra dei vigili del fuoco Sebastiano Longo. 

L’allarme

Ricostruisce la vicenda così: “Siamo stati allertati dalla Lav. L’allarme era stato dato dai residenti. Dal balcone avevano visto la povera bestia ridotta in quelle condizioni disumane. Quando siamo arrivati, il cane era sparito”.

La ricerca

I vigili del fuoco e la squadra dell'Unità di emergenza Lav  lo hanno cercato in un giardino incolto e abbandonato che dà sulla strada. “Il cane era impaurito, irrequieto. Appena ha visto qualcuno che cercava di prenderlo è scappato – spiega il caposquadra –. Ha fatto come ha potuto, aiutandosi con le zampe libere. E facendosi ancora più male, perché il campo è un roveto”. Per farsi largo, i vigili del fuoco si sono aiutati con una motosega. Alla fine hanno rintracciato il povero animale grazie a una termocamera. Infine, lo hanno affidato alle cure di un’associazione, ‘L'Arca di Noè’.  Ma perché tanta crudeltà? C’è stato chi, tra i soccorritori, ha ipotizzato chela femmina di pitbull possa essere stata abbandonata dopo un tentativo di addestramento alle lotte clandestine. “Ma sono solo supposizioni”, precisa il caposquadra. Che sospira: "Davvero un bel cane, quanta crudeltà".

I combattimenti clandestini

Nessuna prova dunque che la storia di 'Nera' possa essere legata ai combattimenti clandestini di cani. Eppure il fenomeno non è una leggenda metropolitana. Anzi, continua ad essere documentato dal rapporto Zoomafia della Lav. Nell'ultimo, il responsabile dell'osservatorio Ciro Troiano lancia l'allarme.  "Nel 2019 non sono state registrate importanti inchieste o operazioni di contrasto: è stato denunciato solo un minorenne e sono stati sequestrati 4 cani. Questo è un dato preoccupante poiché il fenomeno non è assolutamente sconfitto".

"Dal 1998 fino al 2019 compreso - ricorda il criminologo - sono stati sequestrati circa 1.268 cani e 120 galli da combattimento, 521 le persone denunciate", tra queste "16 arrestate. Almeno 3 i combattimenti interrotti in flagranza. I reati correlati vanno dallo spaccio di sostanze stupefacenti all’associazione per delinquere, dalla violazione di domicilio al furto di energia elettrica, dall’invasione di terreni alla ricettazione degli animali. Gli scenari sono quelli di illegalità, degrado, criminalità diffusa. Vittime non solo i cani combattenti e gli animali usati nelle lotte o nell’addestramento, come gatti, cinghiali o altri cani che fungono da sparring partner, ma anche galli". I casi più diffusi "fanno capo a delinquenti locali, teppisti di periferia, sbandati, allevatori abusivi e trafficanti di cani cosiddetti 'da presa'. Non mancano però casi riconducibili alla classica criminalità organizzata", come le inchieste giudiziarie hanno documentato.

Intanto, una certezza: il maltrattamento degli animali è un reato. Si rischia la reclusione da 3 a 18 mesi. La multa può arrivare fino a 30mila euro.