Oratorio o campo estivo, dove lasciare i bambini quando la scuola finisce

Fino a 600 euro al mese nei centri (e per lo sport anche di più)

Campo estivo al mare

Campo estivo al mare

Roma, 11 giugno 2019 - Ci siamo. L’ultima campanella è suonata, la scuola è finita e un vecchio dilemma torna a tormentare i genitori: dove lasciare i propri figli? A parte la materna, aperta fino al 30 giugno, i bambini sono già diventati un problema, rimbalzati un po’ di qua e un po’ di là, tra l’amica di famiglia e la vicina della porta accanto. Quelle dei primi giorni, però, sono solo situazioni di ripiego. Così, nelle prossime settimane, le famiglie rischiano di spendere un patrimonio: sarà meglio lasciarli in parrocchia o al centro estivo? E soprattutto, quanto ci costerà quest’anno il lavoro d’estate? A conti fatti, si tratta di un vero e proprio salasso che può arrivare a un esborso di 587 euro per singolo figlio in un solo mese. È quanto costa, ad esempio, lasciare la prole in un centro estivo comunale di Milano.

Un caso estremo, certo (con reddito oltre i 40mila euro), in una città dove quest’anno il Comune è andato incontro alle esigenze delle famiglie stabilendo ben 21 fasce Isee diverse. Così, si va dagli 0 euro sotto i 3mila euro di reddito annui, fino ai 285 euro di spesa mensile con un guadagno pari a 20mila euro. In tutto, nel capoluogo lombardo spenderanno soldi i genitori di 19mila bambini sparsi tra case vacanza (6 in tutto: oltre 3.000 iscritti), centri estivi scuola primaria (41 sedi e oltre 5mila iscritti), nidi e scuole dell’Infanzia (147 sedi in tutto: oltre 11mila iscritti).

Ogni municipio agisce per conto suo, ma anche alcune Regioni fanno la loro parte. L’Emilia-Romagna quest’anno ha stanziato sei milioni da distribuire ai Comuni. Servono a offrire un contributo di 336 euro (erano 210 nel 2018) per ogni figlio: 84 euro la settimana per un massimo di 28 giorni. Gli sconti regionali sono per famiglie con Isee fino a 28mila euro dove entrambi i genitori lavorano, gli sconti comunali sono invece per famiglie con Isee basso, a prescindere dalla condizione lavorativa dei genitori. Con questi contributi, a Bologna, per ora si è coperto il 55% delle domande degli aventi diritto. E proprio nel capoluogo emiliano, al netto della scontistica, lasciare un figlio in uno dei 63 centri estivi gestiti da 25 gestori, costa (pasto compreso) tra 85 e 90 euro a settimana (fascia d’età: 3-14 anni; circa 5mila le domande, sullo stesso trend dell’anno scorso). E Firenze? Un turno da 2 settimane ha un esborso di 190 euro a bimbo. Va meglio in Sicilia, dove il prezzo di un centro estivo (privato) in una città dell’isola viaggia sui 70 euro a settimana: 280 al mese. Un po’ come i Grest parrocchiali di una città di provincia dell’Emilia (vedi Parma).

Proprio gli oratori (che in estate tornano a popolarsi) giocano un ruolo fondamentale, con le attività estive che mobilitano migliaia di ragazzi in tutta Italia. A Bologna l’Estate Ragazzi’ c’è dal 1989, anno in cui fu introdotta dal cardinale Biffi. In tutta la diocesi gli addetti ai lavori stimano fino a 250 parrocchie che aderiscono ospitando 25-30.000 bambini. "Non si tratta di centri estivi – spiega Elena Fracassetti, del Servizio diocesano per la Pastorale giovanile – l’intento resta lavorare sul messaggio cristiano. Ma diversi parroci cercano di stare attenti alle esigenze delle famiglie".

Ci sono poi ovviamente le opzioni, con i prezzi che salgono se la preferenza cade su corsi di lingue o su sport più costosi come equitazione o vela: circa 200 euro a settimana. I centri estivi più gettonati restano quelli che offrono corsi di inglese: anche in questo caso il costo si aggira sui 200 euro a settimana a bambino. I laboratori organizzati in campagna si attestano mediamente sui 150 euro, mentre le strutture multi sport tra 170 e 200 euro a settimana.