Campioni di social-bontà Ecco gli alfieri di Mattarella

Atleti oltre i propri limiti e angeli del volontariato. Hanno commosso l’Italia. Il capo dello Stato: "Hanno usato bene il web per superare le difficoltà"

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di Viviana Ponchia

Non bramano l’autoscatto, non linkano il proprio pensiero, non sono spettatori di se stessi. C’è chi usa YouTube per smistare mascherine e chi aiuta il nonno a prenotare il vaccino con il tablet. Uno dà una mano alla Croce Rossa, l’altro alla Croce Verde. C’è chi scrive, chi dipinge, chi torna a danzare dopo una malattia. Qualcuno fa da tutor ai cugini piccoli con la dad, qualcuno si prende addirittura sottobraccio una classe elementare. E il ragazzo che salva il compagno che sta per buttarsi dalla finestra non lo fa per un like: grazie a WhatsApp sa cosa sta passando, è così che si fa e basta.

Sono trenta gli Alfieri della Repubblica che hanno ricevuto l’attestato d’onore dal presidente Mattarella. Un "mosaico di virtù civiche" dagli 11 ai 19 anni, draghi dell’informatica in missione in tutta Italia per servire gli altri. La cosa migliore che ci lascia il 2021 sono loro. E chi pensa che la parte più intelligente dei giovani sia il loro telefonino dovrà ricredersi.

Alessio Manfredi Selvaggi, per esempio, nativo digitale di Campobasso con la sindrome di Down, classe 2005, premiato per un testo in cui scrive: "Nessuno può decidere chi è diverso e chi no e da che cosa". Dalla provincia di Piacenza arriva Giovanni Buttafava, 17 anni. Senza smettere di studiare ha coordinato il progetto "Il tempo della gentilezza" organizzando le grandi manovre di tanti coetanei al servizio delle persone in quarantena o costrette a casa da problemi fisici.

Appena maggiorenne, Tommaso Capuano di Cambiago (Milano) ha usato video e canali social per distribuire vestiti e pacchi alimentari, ha aiutato i più piccoli a fare i compiti nel doposcuola. Il coetaneo milanese Lorenzo Cerutti è lo scout che ha stretto un patto di ferro fra giovani e anziani contro il virus, spiegando come si usano le piattaforme per prenotare i vaccini. Mentre la romana Giulia Galieti, ha fatto breccia sul web con un video animato anti scetticismo in cui racconta di un no vax che cambia idea dopo la morte di persone care. Chiara Vecchi da Monteveglio (Bologna), 13 anni, scrive perché così "nessun mondo è irraggiungibile" e perché la scrittura è riuscita a traghettarla oltre la pandemia. Si è allenata leggendo favole ai bambini in biblioteca, poi ha pubblicato un libro.

Mai arrendersi. Giorgia Greco dai 4 anni praticava la ginnastica ritmica nel quartiere milanese di Niguarda. Un tumore osseo le ha portato via una gamba ma non la passione, che ha trasmesso agli altri e l’anno scorso l’ha mandata in finale a Italia’s Got Talent. Stesso coraggio esemplare nella malattia reso contagioso dalla palermitana Maria Ester Contrera: ha passato più tempo in ospedale che a scuola, ma è riuscita a finire il liceo e si è iscritta all’università.