Camilla aveva una malattia genetica. L’amica: "Non farò la seconda dose"

I Nas sequestrano le cartelle cliniche degli ospedali. La giovane assumeva farmaci ormonali

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di Elena G. Polidori

È sgomenta Sestri Levante dopo il caso di Camilla Canepa, 18 anni, morta forse a causa della somministrazione del vaccino AstraZeneca durante un Open day nella cittadina ligure. E c’è paura tra gli amici e le amiche della ragazza, molte delle quali si dicono intenzionate a non fare il richiamo. "Camilla aveva paura del Covid – ha infatti detto ieri una compagna di scuola dell’istituto ’Morti per la Patria’ di Chiavari – per questo è venuta volontariamente, anch’io ho fatto la prima dose, ma non farò più la seconda".

Eppure, nella comunità scientifica, ci sono perplessità sulla correlazione degli eventi, anche dopo che si è saputo che Camilla soffriva di una rara malattia autoimmune della coagulazione del sangue, di origine genetica, che comporta una forte riduzione del numero di piastrine circolanti, a causa della loro distruzione o della mancanza della produzione. La patologia viene distinta in forme primarie (circa 80% del totale) e forme secondarie (20%). In queste ultime, insorge a seguito di altre patologie o a causa dell’assunzione di farmaci. E a Camilla era stata prescritta una doppia terapia ormonale, di cui – però – non si sa se abbia dato conto nella compilazione della dichiarazione sui farmaci assunti prima di fare il vaccino. La sua ’cartella’ è stata infatti sequestrata ieri dai Nas insieme agli altri documenti.

Il principale obiettivo della terapia che assumeva Camilla era quello di ridurre il rischio emorragico e quindi di mantenere il numero di piastrine a livelli non pericolosi per la salute, ma non è chiaro se tutto è stato correttamente riferito ai medici che gli hanno fatto l’esame anamnestico prima della somministrazione del vaccino. Esperti che, si diceva, esprimono dubbi: "La malattia autoimmune di per sè – spiega Paolo Corradini, presidente della Società italiana di ematologia – almeno per quello che se ne sa finora, non costituisce una controindicazione per il vaccino e ha un tasso di mortalità considerato trascurabile".

Qualcuno ha ipotizzato che la terapia ormonale sia stata prescritta a Camilla dopo la prima dose di vaccino, ma gli accertamenti dei magistrati sono in corso anche su questo aspetto, visto che si è saputo che quattro giorni dopo il vaccino Camilla prendeva le pillole della terapia ormonale prescritta. I pm – Stefano Puppo e Francesca Rombolà, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Pinto – vogliono accertare se quando Camilla si è presentata a fare il vaccino, lo scorso 25 maggio, la piastrinopenia sia stata menzionata nella scheda anamnestica e se la ragazza e la famiglia abbiano dichiarato questo al pronto soccorso di Lavagna, oppure se i medici lo abbiamo accertato attraverso gli esami del sangue.

Intanto, ieri è proseguito, al policlinico San Martino di Genova l’espianto degli organi della ragazza, prima il fegato, affidato alla staffetta partita per l’ospedale di Niguarda (Milano), poi altri quattro organi oltre al tessuto che verrà messo a disposizione dell’anatomopatologo della procura. Per cercare di salvarla, la 18enne era stata sottoposta a due interventi, uno di neuroradiologia interventistica per rimuovere il trombo meccanicamente e successivamente c’è stato un intervento dell’équipe neurochirurgica per la riduzione della pressione cranica legata all’emorragia. "Aspetterei con grande rispetto le risultanze dell’autopsia e dei riscontri documentali – ha commentato ieri il governatore ligure, Giovanni Toti – lascerei che tutte le autorità competenti facciano il loro percorso evitando di dare giudizi e costruire situazioni prima di sapere come stanno esattamente le cose".

Dopo la morte di Camilla, la procura di Genova ha cambiato il reato in omicidio colposo a carico di ignoti. Il pm Puppo ha quindi disposto l’autopsia che verrà affidata con ogni probabilità al medico legale Luca Tatjana e all’ematologo Franco Piovella. I due esperti hannoinfatti già eseguito gli esami sugli altri quattro casi di decessi dopo vaccini, il primo è stato quello della docente Francesca Tuscano di 32 anni e poi quello di tre anziani, tra i 70 e gli 80, a cui erano stati somministrati Astrazeneca e Pfizer.