Scelto il nuovo camerlengo, è il cardinale inviso ai conservatori

Il Papa promuove l'irlandese Kevin Farrell tirato in ballo dal dossier Viganò sulle coperture degli abusi sessuali commessi dall'arcivescovo McCarrick. Sarà lui, criticato per il suo sostegno a una pastorale più inclusiva verso gay e lesbiche, a reggere le sorti della Chiesa durante la fase delicata della sede vacante.

Il cardinale Kevin Farrell

Il cardinale Kevin Farrell

Città del Vaticano, 15 febbraio 2019 - Il Papa sceglie il suo 'successore', colui che reggerà la Chiesa ad interim dopo la sua uscita di scena. Con una decisione contrastata dall’ala più conservatrice del popolo di Dio, Francesco ha nominato camerlengo il 71enne cardinale irlandese Kevin Farrell. Spetterà a quest’ultimo, attuale prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, presiedere la sede vacante, pur se entro i limiti dell’ordinaria amministrazione, nella fase di passaggio tra il venir meno del Pontefice (per morte o dimissioni) e l’elezione del nuovo vescovo di Roma.

Come prescrive la costituzione apostolica 'Pastor Bonus', ancora vigente in attesa che il C9 (l’organismo che coadiuva il Papa nel governo della Chiesa) appronti una nuova disciplina su compiti e poteri della Curia romana, prima e durante il Conclave decadono dai loro uffici tutti i capi dicasteri così come il segretario di Stato vaticano, cioè il braccio destro del Pontefice. Fanno eccezione il penitenziere maggiore e il camerlengo, figura istituita nel XII secolo che di fatto assume le funzioni ordinarie di governo della Chiesa universale. Lo certifica la costituzione apostolica sulla sede vacante, 'Universi Dominici Gregis', che dettaglia i doveri del caso in capo al camerlengo.

Fra questi l’accertamento ufficiale del decesso del Papa, la posa dei sigilli agli appartamenti pontifici e l’organizzazione della sepoltura del vicario di Pietro. Non è, invece, di sua competenza  l’annuncio dell’elezione del nuovo Pontefice dal loggione centrale di San Pietro, con l'adagio di rito 'Annuntio vobis gaudium magnum, habemus Papam'. Questo atto è affidato al cardinale protodiacono.

L’ufficio di camerlengo era scoperto dal luglio scorso dopo il decesso del suo titolare, il cardinale Jean Louis Tauran, apprezzato ministro vaticano per il Dialogo interreligioso. Al suo posto adesso Bergoglio chiama Farrell, uno dei presuli americani (è Oltreoceano che ha svolto principalmente il suo ministero) finiti nel mirino dell’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, monsignor Carlo Maria Viganò, che nel suo roboante dossier lo accusa di essere stato a conoscenza degli abusi sui seminaristi commessi da Theodor McCarrick,  l’ex arcivescovo di Washington a cui il Papa ha tolto la berretta cardinalizia e che risulta sotto processo canonico con l'accusa di pedofilia. Farrell, che di McCarrick è stato uno degli ausiliari (risiedevano nella stessa palazzina, anche se in piani diversi), ha sempre respinto pubblicamente qualsiasi insinuazione sul suo conto.

Al netto della vicenda McCarrick, il nuovo camerlengo (fuoriuscito dai Legionari di Cristo prima dello scandalo Maciel) da tempo è sotto attacco della destra cattolica (il dossier Viganò ha acceso le polveri) principalmente per il suo appoggio a chi, come il gesuita statunitense padre James Martin, persegue un cambio di atteggiamento della Chiesa nei confronti degli omosessuali. Di fatto al cardinale non è stata perdonata la scelta di scrivere la prefazione al coraggioso libro di Martin, 'Un ponte da costruire', nel quale, senza intaccare la dottrina, si sostiene la necessità di una pastorale ecclesiale  più inclusiva per gay e lesbiche. A ciò va aggiunto il fatto che è stato lo stesso Farrell, ministro vaticano competente, a invitare il religioso a parlare di omosessualità al Forum internazionale delle famiglie, svoltosi a Dublino  lo scorso agosto. Con la sua nomina a camerlengo  il Papa dimostra (una volta di più) di non credere alle accuse contro l’ex vescovo di Dallas e ne celebra e promuove le capacità e sensibilità. Mandando cosí un chiaro segnale all'episcopato americano fin dall'inizio piuttosto critico con il ministero bergogliano.